I geloni o perniosi, sono delle lesioni cutanee a carattere infiammatorio, che colpiscono le cosiddette sedi acroposte ovvero le regioni più estreme del nostro corpo quali dita, naso ed orecchie. Tali lesioni si instaurano subito dopo l’esposizione della parte cutanea a basse temperature.
I geloni si manifestano in genere poco dopo il contatto col freddo, con alcuni segni tipici, nonché:
- rossore;
- prurito;
- bruciore;
- variazioni di colore della pelle, tendente al violaceo;
- gonfiore;
- possibili lesioni ulcerose[3].
Come si manifestano
È possibile distinguerne due forme:
- una primaria o idiopatica;
- una secondaria.
Nella forma primaria le lesioni si formano come conseguenza di un’esagerata risposta vasocostrittrice all’esposizione a basse temperature a cui consegue ipossiemia e infiammazione. Invece, nella forma secondaria spesso il manifestarsi dei geloni è associato a malattie pre-esistenti.
La forma primaria si manifesta in genere nei periodi invernali ma comunque si può manifestare in qualsiasi momento in caso di shock termico. Le lesioni sulla cute iniziano a formarsi dopo poche ore dall’esposizione con un colore violaceo spesso associate a tumefazioni con prurito, dolore ed erosioni.
Le sedi più colpite sono:
- mani;
- piedi;
- orecchie;
- naso;
- cosce.
Le lesioni si possono presentare sia singolarmente che multiple, per cui si avranno più geloni adiacenti in una data zona. Nei casi più gravi i geloni possono poi evolversi in vere e proprie lesioni ulcerose[2, 3].
Cause
I geloni possono essere considerati come un vero e proprio danno vascolare. Infatti, il freddo causa una forte vasocostrizione a cui consegue una ridotta irrorazione sanguigna nella zona colpita. Al contatto brusco col freddo a livello capillare si avrà una fuoriuscita dei componenti ematici dai vasi e quindi tale zona diverrà infiammata. La zona dove compiano i geloni apparirà così violacea e in genere si presentano dalla forma ben delimitata.
I geloni generalmente si manifestano nelle donne, in particolare a quelle dalla corporatura molta magra. Altri soggetti a rischio risultano essere i fumatori poichè la nicotina ha un effetto vasocostrittore così come anche anche i soggetti che consumano molte bevande contenti caffeina. Nella formazione dei geloni gioca un ruolo cruciale anche la predisposizione genetica a patologie cardiovascolari o autoimmuni come Lupus o Sindrome di Raynaud[3].
Prevenzione
Purtroppo per i geloni non è possibile parlare di trattamento terapeutico vero e proprio, in quanto non esistono farmaci specifici ma si può ridurre la loro insorgenza seguendo delle piccole azioni di prevenzione. Nel momento in cui il gelone si forma infatti occorre attendere la sua spontanea risoluzione. La prevenzione primaria sta nell’evitare gli sbalzi di temperatura per cui, occorre usare proteggere le estremità mediante guanti, cappello e berretto. Inoltre in seguito al contatto col freddo, il riscaldamento della parte interessata, è bene che si realizzi gradualmente[2].
Trattamento
Per quanto riguarda il trattamento farmacologico previa visita medica, si ricorre all’uso di creme a base di corticosteroidi, evitando però la loro applicazione per lunghi periodi. Nei casi più gravi alla nifedipina poichè inducendo vasodilatazione riduce il dolore. L’uso della nifedipina tuttavia va valutato bene dal medico in quanto essa può causare vampate, vertigini e nausea.
Nel caso in cui alla formazione dei geloni ne consegue l’insorgenza di lesioni ulcerose occorre il trattamento comprende anche la disinfezione delle ferite e la successiva applicazione topica o assunzione orale di antibiotici. Infine per ridurre il dolore associato al gonfiore si può ricorrere all’uso di antinfiammatori come paracetamolo o ibuprofene[2, 3].
Geloni da Covid-19
Alcuni studi hanno messo in evidenzia una possibile correlazione tra l’infezione da SARS-COV-2 e lesioni cutanee simili a geloni. Lo studio condotto tra pazienti affetti da COVID-19 e soggetti sani ha avuto come obiettivo quello di valutare l’attivazione di alcuni marker infiammatori localizzati sulla pelle e sui vasi sanguigni. Inoltre è stata osservata l’attivazione di alcuni geni implicati nella risposta immunitaria, ciò in virtù del fatto che l’infezione da SARS-COV-2 sembri provocare l’espressione di geni indotti dagli Interferoni di I, mediatori della risposta immunitaria.
La risposta eccessiva da parte del sistema immunitario nei pazienti affetti da COVID-19 induce una forte attivazione del sistema immunitario che causa l’infiammazione dei vasi, da qui l’insorgenza delle lesioni simili ai geloni. Il meccanismo tuttavia non è ancora del tutto chiaro per cui dovranno essere effettuate ulteriori ricerche per valutarne a pieno la fisiopatologia e l’effettiva correlazione tra COVID-19 e geloni da freddo[1].
Referenze
- Anne Herman, MD., et al.: Evaluation of chilblains as a manifestation of the covid-19 pandemic. JAMA DERMATOL. 2020.
- Gordon R., et al.: Chilblains in Southern California: two case repots and a review of the literature. J of Medical Case Repots. 2014.
- Pratt M., et al.: Pharmacological treatment of idiopatich chilblains: a systematic reeview. J of Cutaneous Medicine and Surgery. 2021