Secondo l’American College of Rheumatology (ACR) la sindrome fibromialgica (FMS) è un problema di salute caratterizzato da dolore diffuso e punti dolorabili alla palpazione. Il dolore, anche se cronico, presenta la tendenza a fluttuare sia nell’intensità che nella posizione all’interno del corpo. I pazienti affetti da FMS provano affaticamento persistente, disturbi cognitivi o della memoria, disturbi dell’umore, rigidità articolare e spesso hanno disturbi del sonno, come difficoltà di addormentamento o sonno non ristoratore a causa dei frequenti risvegli.
La sindrome fibromialgica
Si stima che la FMS colpisca dal 2 al 4% della popolazione generale e sia più comune nelle donne con una prevalenza del 3-4% (dati USA). La sindrome fibromialgica sembra iniziare il più delle volte in età adulta, ma potrebbero esserci un esordio precoce già in adolescenza. Le cause della FMS non sono chiare. Si ipotizza che vari agenti infettivi possano essere correlati allo sviluppo della FMS come il virus dell’epatite C, HIV, e il virus dell’epatite B. Inoltre, alcuni geni sembrano essere potenzialmente collegati ad un aumentato rischio di sviluppare FMS. Questi geni sarebbero coinvolti nella determinazione della sensibilità e della reazione individuale al dolore.
Diagnosi della fibromialgia
La diagnosi è esclusivamente clinica in quanto non ci sono indagini strumentali o di laboratorio specifiche per questa patologia. Difatti, gli esami di laboratorio mostrano indici di flogosi e dosaggio degli enzimi sierici muscolari nella norma. Gli esami diagnostici per immagini mostrano, talvolta, solo comuni alterazioni osteo-artrosiche. Di solito, la diagnosi di fibromialgia, sebbene abbia una sua precisa identità, arriva in ritardo ed è posta solo per esclusione di altre patologie.
Secondo i criteri diagnostici definiti dall’ACR nel 1990, la diagnosi di FMS era posta quando il paziente presentava una storia di dolore diffuso da almeno 3 mesi e presenza di tender points. Il dolore è considerato diffuso quando è presente nelle seguenti localizzazioni:
- in entrambi i lati del corpo
- sopra e sotto la cintura (compresa la zona lombo-sacrale)
- alla colonna (tratto cervicale, torace anteriore, colonna toracica o lombare)
I tender points sono punti di intensa dolorabilità localizzati di solito in corrispondenza delle inserzioni dei tendini alle prominenze ossee o nei punti di transizione tra muscolo e tendine. Nella review pubblicata nel 2010, l’ACR ha però abolito l’uso dei tender points per la diagnosi della FMS. La ricerca dei tender points è stata sostituita da un indice denominato “Widespread Pain Index (WPI)” che rileva mediante un questionario, la presenza del dolore in 19 aree specifiche.
La fibromialgia: una patologia tutta al femminile
Sebbene la fibromialgia sia una patologia nota al campo medico da moltissimi anni è stata riconosciuta come patologia a sé stante solo nel 1994. Purtroppo, ad oggi non siamo ancora a conoscenza della causa scatenante di questa patologia. La sindrome fibromialgica (FMS) è una malattia a eziologia idiopatica che colpisce prevalentemente il sesso femminile, caratterizzata da un’ampia eterogeneità dei sintomi:
- dolore cronico diffuso
- rigidità mattutina o dopo una giornata di lavoro
- sonno non ristoratore
- disturbi della percezione
- disfunzioni cognitive
- depressione
- problemi uro-genitali
- sindrome del colon irritabile
- gluten-sensitivity
- obesità, ecc.
Questi sintomi sembrano però collegati tra loro da un unico denominatore comune: “la serotonina“. La serotonina è un ormone coinvolto nella percezione del dolore con un ruolo chiave nel “sistema analgesico endogeno“. Numerosi studi hanno evidenziato che i pazienti fibromialgici hanno bassi livelli sierici di serotonina.
La serotonina, inoltre, potrebbe spiegare perché il 90% dei pazienti fibromialgici sia donna. Nonostante non siano state trovate sostanziali differenze nei depositi cerebrali di serotonina nei 2 sessi, nelle donne la velocità di sintesi della serotonina è minore rispetto agli uomini. Inoltre, la via metabolica di sintesi della serotonina nella donna sembra essere influenzata dagli estrogeni nonché dall’ormone dello stress, il cortisolo.
Ruolo delle carenze nutrizionali
La correlazione tra nutrizione e salute è ben nota così come l’importanza di alcuni schemi dietetici per il benessere della popolazione. Recenti pubblicazioni avrebbero dimostrato l’esistenza di questa relazione tra FMS e nutrizione. Di fatto, le abitudini alimentari nei soggetti femminili con FMS potrebbero influenzare il decorso clinico di questa malattia. Diversi studi hanno dimostrato che la carenza di alcuni macro e micronutrienti può avere un ruolo nella patogenesi della malattia suscitando o esacerbando il dolore muscolo-scheletrico correlato alla fibromialgia. Nel siero dei pazienti con FMS spesso si riscontrano bassi livelli di selenio (Se), magnesio (Mg) e zinco (Zn).
Diversi studi su modelli animali hanno dimostrato che un deficit in zinco influenza negativamente il recupero dal danno muscolare. La carenza da magnesio colpirebbe la funzione muscolare, in quanto questo è fisiologicamente correlato alla tensione muscolare. Alcune persone con FMS mostrano una carenza di vitamina D e B12. Queste carenze sembrano associate a sintomi come ansia e depressione.
Nei pazienti con FMS, inoltre, si riscontra spesso una malnutrizione proteica, con bassi livelli sierici degli aminoacidi ramificati (BCAA): valina, leucina e isoleucina. Si ipotizza che la deficienza nei BCAA possa giocare un ruolo nella fisiopatologia della FMS, dal momento che i BCAA forniscono energia al muscolo e regolano la sintesi proteica dei muscoli. Un altro aminoacido che risulta carente nell’80% dei pazienti affetti da FMS è il triptofano, aminoacido essenziale per l’uomo la cui disponibilità come substrato per la biosintesi si basa sull’apporto alimentare. Il triptofano è il precursore della serotonina che come abbiamo visto in precedenza sembra coinvolta nell’eziologia della FMS. Di conseguenza un deficit di triptofano si traduce in una bassa produzione della serotonina.
Ruolo della dieta nella FMS
Vi è una crescente evidenza di come le modificazioni della dieta potrebbero avere un ruolo nella riduzione dei sintomi della FMS. Poiché il nucleo della FMS sembra la carenza del triptofano e di conseguenza della serotonina, una possibile strategia potrebbe essere quella di escludere dalla dieta tutte quelle molecole che potrebbero determinare una riduzione nell’assorbimento del triptofano.
Si dovrebbero quindi evitare o comunque ridurre tutti i cibi che contengono:
- aspartato
- glutammato monosodico (MSG)
- fruttosio libero
- fruttani
- lattosio
- sorbitolo
Nel contempo si dovrebbe assumere una quantità adeguata di aminoacidi essenziali come il triptofano. A seguito dei principi esposti e della frequente comorbidità della sindrome del colon irritabile (IBS) (presente in ben l’80% dei pazienti con FMS), una dieta che sembri apportare dei benefici ai sintomi sembra proprio la dieta a basso contenuto di FODMAPs (LDF= LOW FODMAPs DIET). Il termine “FODMAP” è un acronimo inglese derivato da Fermentable, Oligo-, Di-, Mono-saccharides And Polyols, che descrive un gruppo di composti quali:
- oligosaccaridi (fruttani, frutto-oligosaccaridi=FOS e galatto-oligosaccaridi=GOS)
- disaccaridi (lattosio, lattulosio)
- monosaccaridi (fruttosio)
- polioli (sorbitolo, mannitolo, maltitolo, xilitolo, polidestrosio e isomaltosio)
La premessa della dieta LDF è quindi quella di ridurre o sostituire il lattosio, fruttosio, fruttani e galattani con alternative simili.
Tipo di alimento | Alimenti ad alto contenuto di FODMAPs esclusi dalla dieta FDS |
Cereali e loro derivati | Frumento, orzo, segale |
Legumi | Tutti (lenticchie, ceci, fagioli, soia, piselli) |
Verdure | Carciofi, asparagi, cavolfiori, aglio, porri, funghi, cipolle, scalogno, |
Frutta | Mele, albicocche, pere, more, ciliegie, fichi, mango, pesche, cachi, prugne, susine, anguria, uva, tamarillo, nashi o pera asiatica, jackfruit o giaco, pesca noce o nettarina, pesche bianche |
Latticini | Latte, gelato, formaggi a pasta molle, yogurt |
Un altro approccio dietetico efficace sembra essere una dieta vegetariana, proprio perché la frutta e le verdure sono ricche di micronutrienti ad azione antiossidante. La teoria secondo cui lo stress ossidativo potrebbe essere implicato nella fisiopatologia della FMS si sta sempre più affermando. Sembrerebbe, infatti, che lo stress ossidativo partecipi alla patogenesi del dolore, anche se ancora non sarebbe chiaro se possa essere la causa o una conseguenza.
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