Vi siete mai chiesti come mai, facendo una passeggiata in montagna, ci ritroviamo ad osservare farfalle di mille varietà, mentre camminando per le vie del centro cittadino ne vediamo appena qualche esemplare? Dove vivono le farfalle? La risposta può sembrare scontata, ma in realtà è tutta una questione di gusti. Le farfalle (e soprattutto i bruchi) infatti sono molto esigenti per quanto riguarda il proprio nutrimento! E un nostro piccolo gesto potrebbe dar loro il benvenuto nella nostra città.
Le piante
Le farfalle sono insetti strettamente ed imprescindibilmente legati alla vegetazione durante l’interno corso della propria esistenza. Le modalità e la tipologia di nutrimento cambiano nelle diverse fasi del ciclo vitale. I bruchi si nutrono di precise specie di piante, fino a crescere abbastanza da poter formare la crisalide, fase durante la quale non avviene nutrimento. Dopo lo sfarfallamento, l’adulto si nutre del nettare di fiori. Vediamo nel dettaglio le diverse piante ricercate dalle farfalle nelle diverse fasi.
Piante nettarifere
Da adulte le farfalle si nutrono attraverso la spirotromba, modificazione dell’apparato boccale che può srotolarsi e arrotolarsi, permettendo loro di suggere il nettare dei fiori. Le piante ricercate dalle farfalle sono le più svariate, e solitamente non ci sono preferenze che variano di specie in specie.
Le piante aromatiche, grazie alla presenza di fiori e all’emissione di sostanze che attirano gli insetti impollinatori, sono in grado di attrarre molti lepidotteri: lavanda, salvia, timo, menta, origano. Altri fiori molto ricercati dalle farfalle per un pasto ricco di nettare sono quelli dell’alisso giallo (Alyssum saxatile), verbena (Verbena pulchella e Verbena bonariensís), valeriana (Valeriana officinalis), veronica e buddleja. Quest’ultima è purtroppo però una pianta arbustiva invasiva, proveniente dalla Cina, ormai diffusa in tutta Italia e considerata infestante; è possibile vederla in grande abbondanza soprattutto lungo i corsi dei fiumi.
Piante nutrici
Ciò che più determina invece la presenza di una specie di farfalla in una data area sono, invece, le piante nutrici. Con questo termine si indicano le piante sulla quale la femmina adulta depone le proprie uova e che sarà il nutrimento della progenie durante tutta la vita larvale. I bruchi possiedono un apparato masticatore vero e proprio, grazie al quale possono voracemente nutrirsi di tutte le parti della pianta: soprattutto foglie, ma anche steli e boccioli. I bruchi di una precisa specie potranno nutrirsi solo su una determinata categoria di piante, che se non sono presenti dunque escluderanno con molta probabilità il passaggio di femmine adulte in zona. Possiamo citare gruppi di piante nutrici autoctone per alcune specie di farfalle italiane che possiamo ritrovare nelle nostre città.
Brassicaceae
La coltivazione di Brassicaceae (cavoli, cavolfiori, broccoli, verza) è un ottimo attraente per le Pieridi, farfalle di colore bianco o verde/giallo, le più comuni nelle aree urbanizzate. Le specie più comuni sono Pieris rapae e Pieris brassicae. I bruchi sono solitamente piccoli e verdi con possibili macchie più scure. L’impupamento avviene di solito su una superficie verticale di qualunque tipo, anche un muro e una staccionata.

Malva, cardo, ortica
Piante meno apprezzabili dal punto di vista alimentare come la malva, l’ortica e il cardo, sono il nutrimento dei bruchi del genere Vanessa. Meno comuni delle pieridi, sono comunque molto presenti in città ed gli adulti hanno tipiche colorazioni arancioni e nere. Vanessa cardui e Vanessa atalanta sono le più diffuse, Vanessa io è invece più rara nelle aree urbane. I bruchi sono scuri e molto pelosi. Le crisalidi vengono costruite appendendosi a testa in giù da una superficie orizzontale, solitamente una foglia della pianta nutrice.

Finocchietto selvatico
Piante come il finocchietto selvatico e la carota (Daucus carota) sono le nutrici del macaone (Papilio machaon), grossa farfalla che più comunemente vediamo fuori dagli spazi urbani. I bruchi sono grossi e molto robusti, dalla tipica colorazione verde con macchie nere e arancioni. La crisalide viene appesa tramite un filo di sostegno ad una parete verticale, solitamente lo stelo della pianta.

Le città come barriere
Una volta conosciute le piante strettamente legate al ciclo vitale delle farfalle, comprendiamo il motivo per cui non vediamo una gran varietà di questi insetti tra le vie delle nostre città: le farfalle hanno forti difficoltà ad attraversarle. Le aree urbane rappresentano per le farfalle delle vere e proprie barriere invalicabili, e questo per un semplice motivo: la quasi completa assenza di piante adatte al loro ciclo vitale. Persino le città che vantano di diverse ed ampie aree verdi non sono da meno: i parchi pubblici sono spesso ricchi di specie vegetali alloctone, quasi sempre solo arboree e arbustive, e sono totalmente privi di piante autoctone che richiamino le nostre farfalle. La presenza sempre più massiccia di queste barriere provoca la disgregazione delle popolazioni di farfalle, creando gruppi sempre più piccoli ed isolati, che possono andare incontro a fenomeni genetici (deriva genetica, inbreeding) che sfavoriscono l’adattamento e la variabilità.
Progetti nelle città: “oasi” e “autostrade”
Al fine di rendere le aree urbane più permeabili alle farfalle, sono nati numerosi progetti in Italia che mirano a ripopolare le città con le giuste piante. I principali obiettivi sono due:
- la creazione di “oasi” delle farfalle, aree verdi urbane che contengano una gran quantità di piante nutrici e nettarifere in cui le farfalle possano rifocillarsi e completare il proprio ciclo vitale. Le oasi possono essere rappresentate da piccole aree come orti o giardini privati, e da grandi spazi verdi come i parchi pubblici. Un grande obiettivo è infatti proprio quello della riqualificazione del verde pubblico in un’ottica di biodiversità.
- la creazione di una “autostrada” delle farfalle, che permetta loro di attraversare senza difficoltà le aree urbane. Questa “strada” deve essere composta da piccoli punti di rifocillamento, e potrebbe realizzarsi semplicemente se ogni cittadino mettesse sul proprio balcone o davanzale una pianta gradita alle farfalle.
Progetti
Uno dei primi progetti nati con questi obiettivi è Effetto Farfalla nella città di Milano. Nel 2014 è nato, dalla collaborazione tra Università degli Studi di Torino e Centri di Salute Mentale, Farfalle in TOur (sito). Le attività del progetto, che ha l’obiettivo di incentivare il ritorno delle farfalle nella città di Torino, vengono organizzate e realizzate da utenti dei centri di salute mentale della città in collaborazione con biologi. In pochi anni il progetto ha già portato grandi risultati, scuotendo l’opinione pubblica e dimostrando che persino
un fazzoletto di terra circondato da palazzi può essere scelto da una farfalla per deporre le proprie uova, se in esso è presente la pianta giusta. Sul sito internet del progetto è possibile consultare un elenco dettagliato di specie vegetali autoctone e specie di farfalle associate, in modo da permettere ai cittadini di informarsi e procurarsi le piante giuste. Inoltre, il progetto organizza anche attività didattiche nelle scuole primarie, avvicinando i bambini al problema ambientale e coinvolgendoli nella creazione di oasi delle farfalle. Questo progetto è quindi un vero e proprio esempio di Citizen Science, scienza in cui i cittadini volontari di ogni generazione sono protagonisti e che permette ad ogni singola persona, anche priva di competenze specifiche, di poter contribuire.

Sarebbe quindi sufficiente che ognuno di noi, nel proprio giardino o balcone o davanzale, si prendesse cura anche solo di una delle piante sopra citate e la esponesse nel proprio giardino/balcone/davanzale. Questo piccolo gesto renderebbe le città luoghi in cui le farfalle possano volare e trascorrere la propria esistenza, sicuramente rendendo più bella e colorata anche la nostra.
Bibliografia e Sitografia
- www.farfalleintour.it
- Balletto, E., Bonelli, S., Barbero, F., Casacci, L.P., Sbordoni, V., Dapporto, L., Scalercio, S., Zilli, A., Battistoni, A., Teofili, C., Rondinini, C., 2015. Lista Rossa IUCN delle Farfalle Italiane – Ropaloceri. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma
- Bonelli S., Leone R., Severini V., Riganello A., Vertresca A. L., Paradiso F., Mauro R., Tancredi L., Sparacio G., Spinelli A., Gallino G., Turinetti M., 2016. Diversity For Biodiversity, Future for Butterflies in Europe. Wageningen,31 March-2 April, p. 92.
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