Una volte che il fiore è stato impollinato ed è dunque avvenuta la fecondazione si sviluppa il frutto che è il risultato delle modificazioni dell’ovario post-fecondazione. Nel corso dell’evoluzione una struttura che fornisce protezione, nutrimento e mezzo di diffusione quale il frutto ha avuto sicuramente la meglio, non a caso le Angiosperme sono senza dubbio le piante che dominano la terra. Il frutto è un organo esclusivo delle Angiosperme, gli ovuli sono racchiusi all’interno dell’ovario che si trasformerà nel pericarpo del frutto. Questa è una importante differenza rispetto alle Gimnosperme che rappresentano le piante a seme nudo. Ma allora perché parlare di falsi frutti?
Esempi di falsi frutti
Nelle Pomacee il vero frutto è il torsolo ma la parte che noi mangiamo invece è il ricettacolo, non il frutto vero e proprio. Come spesso accade usiamo una terminologia non corretta. Che la mela non è un frutto adesso lo sappiamo, sapevate che la margherita non è un fiore? Ecco un altro esempio di quanto spesso noi italiano generalizzando sbagliamo.
La fragola è un frutto aggregato, i frutti veri e propri sono i cosiddetti ‘acheni’ ossia i semini gialli che si vedono sulla superficie.
Un frutto aggregato è quel frutto che deriva dalla fusione di ovari separati all’interno di un unico fiore. La differenza è che un frutto semplice deriva da un unico ovario.
La Melagrana o balausta che è una bacca modificata. Il Peponide è un tipo di bacca caratteristico delle Cucurbitacee; si tratta di un falso frutto derivante da un ovario infero pluricarpellare.