Il Parlamento Europeo dichiara l’emergenza climatica mondiale e propone linee guida per l’Europa e il resto del mondo per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. Molti fra i provvedimenti citati incentivano la ricerca e l’innovazione scientifica.
La maggioranza dei Parlamentari Europei ha votato a favore di due provvedimenti non legislativi che, se attuati in toto, entro il 2030 potranno portare a ridurre del 55% le emissioni mondiali di gas serra e ad azzerarle entro il 2050. L’obiettivo sarebbe raggiunto grazie all’agenda verde della Commissione Europea, annunciata dalla sua Presidente Ursula van der Leyen, e dalle azioni che saranno discusse la prossima settimana alle Nazioni Unite alla Conferenza sul cambiamento climatico (COP25).
La «profonda riforma» verso cui il Parlamento Europeo spinge sarà necessaria poiché, dichiara, «gli impegni assunti finora dai firmatari dell’accordo di Parigi non saranno sufficienti a conseguirne l’obiettivo comune». Previsioni fondate sui risultati delle ultime relazioni dell’ONU (qui quella del 2019). Per rispettare l’accordo risalente al 2015, che si prefiggeva di non superare 1,5 °C di aumento di temperatura rispetto al 1990, gli Eurodeputati suggeriscono di promulgare leggi e di promuovere la ricerca scientifico-tecnologica in numerosi settori.
Sottolineano infatti che è cruciale il ruolo della scienza e delle innovazioni scientifiche «per il successo della lotta contro i cambiamenti climatici e per il raggiungimento degli obiettivi strategici dell’accordo di Parigi e di qualsiasi altro ambizioso programma climatico». Non solo nel ruolo di studio del cambiamento climatico, ma soprattutto nell’esplorazione di soluzioni tecnico-scientifiche per far decrescere il fenomeno.
In particolare gli Europarlamentari spingono per la ricerca di una migliore gestione di rifiuti, risorse idriche e suolo, per una maggior protezione della biodiversità, per la ricerca di combustibili ecosostenibili, per la produzione di tecniche agricole intelligenti e per il miglioramento sostenibile dei pozzi naturali.
Il Parlamento Europeo si è inoltre espresso a favore della maggior regolamentazione di trasporti aerei e marittimi internazionali per ridurne l’impatto ambientale e «invita con urgenza tutti gli Stati membri ad integrare, nei rispettivi progetti definitivi di piani nazionali per l’energia, politiche e misure concrete volte a eliminare gradualmente tutte le
sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili entro il 2020».
In questo programma l’UE considera anche le differenze che esistono fra i suoi Stati membri, assicurando che garantirà un transizione equa verso l’uso di energie sostenibili. Questo impegno sarebbe esteso anche al resto del mondo, dal momento che il PE ha esortato a raddoppiare i fondi stanziati per il Green Climate Fund, finanziato da tutti i 194 firmatari dell’Accordo di Parigi.
Fonti
- “Risoluzione del Parlamento europeo del 28 novembre 2019 sull’emergenza climatica e ambientale” – Parlamento Europeo, 28/11/’19.
- “Risoluzione del Parlamento europeo del 28 novembre 2019 sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2019 in programma a Madrid, Spagna (COP 25)” – Parlamento Europeo, 28/11/’19.