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Diverticolosi e diverticolite

La malattia diverticolare interessa principalmente il sigma e la sua prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età. Si distingue la diverticolosi, ovvero la presenza di estroflessioni della parete intestinale (in assenza di infiammazione) che danno origine a sacchi simili a palloncini, chiamati diverticoli, dalla diverticolite, ovvero la comparsa di infiammazione e/o infezione del diverticolo).

La malattia diverticolare è una condizione caratterizzata dalla presenza di diverticoli multipli a livello del colon e relativi sintomi. I diverticoli sono simili a delle sacche o ernie che si formano lungo le pareti intestinali del colon attraverso lo strato muscolare e hanno origine dalla tonaca mucosa e sierosa.

Definizione della malattia diverticolare

Possiamo caratterizzare la malattia diverticolare in:

  • uno stato prediverticolare, in cui si ha un’alterazione locale della motilità e della morfologia della parete del colon;
  • in diverticolosi del colon ovvero la presenza di estroflessioni della parete intestinale (in assenza di infiammazione) che danno origine a sacchi simili a palloncini, i diverticoli;
  • e in diverticolite, la comparsa di infiammazione e/o infezione del diverticolo. Essa può manifestarsi con o senza complicazioni; nel primo caso si possono formare ascessi, peritonite, emorragie, ostruzioni e fistole[1]. Nell’altro caso, invece, la tomografia computerizzata mostrerà un ispessimento della parete del colon con striature grasse[1].

Epidemiologia della patologia

La diverticolosi è sempre stata considerata una patologia tipica dei Paesi Occidentali (nonché delle società moderne), sebbene si stia vedendo come negli ultimi anni si sia diffusa in tutto il mondo. La sua localizzazione interessa principalmente il sigma, ma sono conosciuti anche casi in cui si estende al colon discendente o al trasverso, e molto più raramente, anche a quello ascendente[1]. La prevalenza di questa malattia aumenta con l’avanzare dell’età: aumenta dai 50 anni in poi, con un picco massimo dopo i 70. Ad esserne colpiti sono più i maschi, ma dopo la quarta decade di età a soffrirne sembrerebbero maggiormente le donne[1].

Cause e fattori di rischio

Tra i principali fattori di rischio della diverticolosi vi sono[1,2,3]:

Fattori fisiologici e biologici

  1. Fattori genetici. Pazienti con alcune malattie genetiche, rene policistico e malattie del collagene, hanno più probabilità di sviluppare questa patologia. Infatti, queste hanno in comune difetti della matrice extracellulare, i quali sono caratterizzati da accumulo di elastina e collagene nella muscolatura liscia, un prerequisito per la formazione del diverticolo.
  2. Età avanzata. Negli anziani si ha una naturale riduzione della peristalsi intestinale e la possibile compresenza di altre patologie che possono aggravare la situazione.
  3. Motilità del colon. Con l’avanzare dell’età si osserva una riduzione dei neuroni nel plesso mioenterico, delle cellule gliali e di Cajal; oltre a queste può comparire anche un’ ipersensibilità alla denervazione. Come conseguenza, tali anomalie a carico dei nervi enterici portano a contrazioni non coordinate e aumento della pressione sulle pareti del colon, a tal punto da portare poi a sviluppare diverticolosi.
  4. Attività neuromuscolare. Il segnale di trasmissione della serotonina partecipa al controllo dell’attività motoria del colon e in particolare si è visto che in questi pazienti esso mostra una riduzione.

Fattori riguardanti lo stile di vita

    1. Apporto di fibre. Sebbene il consumo di elevate quantità di fibre venga consigliato come prevenzione allo sviluppo dei diverticoli, ci sono ancora delle informazioni tra loro contrastanti che non consentono di suggerire questa indicazione nella pratica clinica.
    2. Consumo di carne rossa. Anche nel caso della carne rossa ci sono pareri discordanti; alcuni studi mostrano che un eccessivo consumo di carne rossa predispone alla malattia diverticolare, altri invece non mostrano alcuna relazione a riguardo. Dunque rimane il suggerimento delle linee guida per una sana e corretta alimentazione di consumare carne rossa 1 massimo 2 volte a settimana.
    3. Obesità e attività fisica. Mantenersi normopeso riduce il rischio di malattia diverticolare, così come praticare regolare attività fisica.
    4. Vitamina D. Alcuni studi dimostrano che bassi livelli di vitamina D predispongono alla formazione dei diverticoli. Tuttavia, questa relazione necessita di essere ulteriormente approfondita e valutata[3].

Sintomi principali, diagnosi e complicanze

La fase pre-diverticolare è asintomatica mentre sintomi aspecifici come stipsi, dolore addominale e meteorismo caratterizzano la forma sintomatica priva di complicazioni[4]. Molto spesso infatti vanno differenziati da una sindrome dell’intestino irritabile. Tra le complicanze della malattia diverticolare vi sono l’infiammazione dei diverticoli (diverticolite), che nei casi più gravi può portare a perforazione, sanguinamento, stenosi ed occlusione intestinale. Il medico fa diagnosi di diverticolosi o mediante indagine radiologica (tac, risonanza) oppure tramite endoscopia.

Consigli nutrizionali per ridurre i sintomi

In caso di diverticolosi, è consigliabile seguire alcuni consigli per evitare lo sviluppo del processo infiammatorio e garantire una corretta funzionalità intestinale. Dunque, come regole generali vi sono quella di idratarsi correttamente (bere 1,5-2 L di acqua al giorno), consumare un buon quantitativo di fibre (30 grammi al giorno) e infine evitare cibi grassi (e anche quelli zuccherini) e metodi di cottura elaborati (meglio al vapore e alla griglia). I consigli riportati valgono solo in caso di diverticolosi, il discorso è differente se è in atto una diverticolite (che merita un approccio diverso).

Cosa limitare?

Da limitare il consumo di frutta e verdura con semini (fragole, kiwi, frutti di bosco, fichi d’india, pomodori, ecc.), in quanto potrebbero infiammare i diverticoli. Recentemente però alcuni studi stanno dimostrando che il consumo di semi potrebbe non essere associato a infiammazione. Sempre per quanto riguarda le verdure, meglio fare attenzione a quelle dure e filamentose (carciofi, finocchi e fagiolini). Attenzione va posta anche a spezie (in particolare pepe, peperoncino, curry) e ad altri alimenti come cacao, tè, caffè, latte, bibite zuccherate, alcolici e insaccati; mentre i legumi possono essere consumati se passati o centrifugati.

Uso di probiotici: quando è utile?

Durante la forma sintomatica senza complicazioni della malattia diverticolare, diversi studi hanno dimostrato come l’utilizzo di probiotici (specialmente a base di lattobacilli e bifidobatteri) sia utile nel ridurre i disturbi riferiti[5]. Per quanto riguarda il loro utilizzo nel mantenimento della fase di remissione, purtroppo i risultati sono controversi, per cui sono necessari ulteriori studi per fare chiarezza. In ultima analisi, non ci sono sufficienti lavori scientifici tali da poter suggerire l’impiego di probiotici per la diverticolite acuta[5].

Conclusioni

Negli ultimi anni, la prevalenza della malattia diverticolare è aumentata e si è diffusa a livello globale, mostrando come diversi fattori di rischio possano incidere negativamente sulla sua insorgenza. Quelli su cui sicuramente possiamo porre l’attenzione riguardano lo stile di vita in generale, per cui non solo una corretta alimentazione ma anche praticare regolare attività fisica, astenersi dal fumo di sigaretta e dal consumo eccessivo di alcol. Non sottovalutare lo stato di salute del nostro tratto gastro-intestinale è una buona norma per tutelarlo non solo da questa, ma anche da tante altre patologie.

Referenze

  1. Violi A. et al., 2018. Epidemiology and risk factors for diverticular disease. Acta Biomed. 2018 Dec 17;89(9-S):107-112.
  2. Tursi A., 2016. Diverticulosis today: unfashionable and still under-researched. Therap Adv Gastroenterol. 2016 Mar; 9(2): 213–228.
  3. Rezapour M. et al, 2018. Diverticular Disease: An Update on Pathogenesis and Management. Gut Liver. 2018 Mar 15;12(2):125-132.
  4. Tursi A. et al, 2015. Review article: the pathophysiology and medical management of diverticulosis and diverticular disease of the colon. Aliment Pharmacol Ther. 2015 Sep;42(6):664-84.
  5. Ojetti V. et al., 2018. The Use of Probiotics in Different Phases of Diverticular Disease. –  Rev Recent Clin Trials. 2018;13(2):89-96.
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