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Qual è la differenza tra HIV e AIDS?

E altre risposte alle domande sulla più famosa pandemia pre-COVID

HIV e AIDS sono termini che oggi tutti hanno sentito almeno una volta nella vita e l’epidemia più famosa della seconda metà del secolo scorso è ancora lontana dal poter essere dichiarata conclusa. Nonostante ciò, questa malattia è ancora considerata un argomento tabù per le varie tematiche sociali, storiche e sessuali cui è legata. Come spesso accade, attorno agli argomenti sui quali le informazioni scarseggiano sorgono miti e concezioni errate.

E allora facciamo un po’ di chiarezza, rispondendo alle domande più importanti per capire la pandemia più temuta prima del COVID.

Qual è la differenza tra HIV e AIDS?

L’HIV è un virus (un retrovirus, per l’esattezza) che si diffonde tra gli esseri umani. Una volta infettata, dopo un periodo di tempo variabile una persona sviluppa una malattia che prende il nome di AIDS. Essendo i sintomi e le condizioni molto variabili si parla, più propriamente, di “sindrome”[1].

Gli acronimi  HIV e AIDS vengono da espressioni inglesi. Il primo significa Human Immunodeficiency Virus (virus dell’immunodeficienza umana), il secondo Acquired Immune Deficiency Sindrome (sindrome da immunodeficienza acquisita).

Come agisce l’HIV?

Il virus attacca principalmente cellule del nostro sistema immunitario – come le cellule dendritiche, i macrofagi e i linfociti T – fondamentali per difendere l’organismo dalle infezioni.

L’HIV sfrutta queste cellule per replicarsi: come ogni virus non possiede tutti gli strumenti per farlo da sè. Una volta terminato il processo di replicazione la cellula infettata va incontro a lisi e morte perché il virus la “rompe” per fuoriuscirne.

Con il tempo, questo porta le cellule immunitarie a diminuire drasticamente di numero. Quando accade, oltre a danni estesi a milza e linfonodi, si sviluppa l’AIDS. Il virus può attaccare anche le cellule del sistema nervoso centrale[2].

Come si trasmette l’HIV?

L’HIV si trasmette secondo tre vie: ematica, sessuale e perinatale[1, 2].

Via ematica: sangue infetto entra nel circolo sanguigno di una persona sana.
Ciò significa che se un individuo sano tocca del sangue infetto non necessariamente il virus riuscirà a infettarlo; affinché avvenga la trasmissione, il virus deve avere modo di raggiungere la circolazione sanguigna. Solo nel caso in cui il tessuto epiteliale dell’individuo sano risulti danneggiato con conseguente penetrazione di quello infetto avverrà la trasmissione. Con “danneggiato” si intendono anche microfratture epiteliali non necessariamente visibili ad occhio nudo. Questa via è diffusa soprattutto tra persone che utilizzano siringhe condivise per l’assunzione di sostanze stupefacenti.

Via sessuale: il virus viene trasmesso da fluidi corporei durante il coito.
Liquido seminale e fluidi vaginali di persone infette contengono particelle virali e possono quindi trasmettere l’HIV. Il passaggio tra due individui avviene quando uno di questi liquidi infetti viene in contatto con tessuti danneggiati o semplicemente con mucose che si “lasciano attraversare”. Rapporti sessuali non protetti permettono il contatto di fluidi sessuali con le mucose vaginali, anali, tessuti di organi riproduttori, orali e di qualsiasi altro tipo; se qualcuno di questi risulta anche lievemente danneggiato potrebbe avvenire l’infezione.

Via perinatale: in alcuni casi si trasmette da madre a figlio durante il parto.
Quando una madre infetta partorisce, a causa delle perdite di sangue e dei fluidi vaginali, può trasmettere il virus al bambino. Questo tipo di infezione è diffusa soprattutto nei paesi con servizi sanitari scadenti, dove le pazienti non possono permettersi terapie per impedirne la trasmissione.

L’HIV si trasmette con la saliva?

No, l’HIV non si trasmette tramite la saliva. L’infezione con i baci può avvenire solo se la persona positiva al virus ha delle ferite sanguinanti nella cavità orale. Questo non basta: anche la mucosa orale dell’altra persona deve essere danneggiata per lasciar entrare il sangue infetto in circolo. Solo in questo modo l’HIV può essere trasmesso per via orale. Celebre è la foto del medico Dott. Fernando Aiuti che il 2 dicembre 1991 baciò una sua paziente sieropositiva per dimostrare la falsità delle notizie che affermavano la possibilità di trasmissione tramite saliva. Inoltre il virus non si trasmette con lacrime, sudore e urine[3].

L'aids non si trasmette con la saliva
Il bacio di Ferdinando Aiuti e Rosaria Iardino

Come prevenire l’infezione?

Per prevenire correttamente l’infezione esistono degli accorgimenti che permettono di evitare la trasmissione del virus.

  • Bisogna praticare rapporti sessuali protetti così da evitare il contatto con fluidi sessuali infetti. Per far ciò basta utilizzare il preservativo o il diaframma.
  • Effettuare test ogni qual volta si pensi di essere statə in situazioni di rischio così da prevenire future diffusioni.
  • Seguire la PrEP: è un protocollo medico che consiste nell’assumere un farmaco prima e dopo un rapporto sessuale, la cui assunzione previene l’infezione. Questo è consigliato soprattutto per chi ha partner con HIV o che non ha la possibilità di usare sempre il preservativo. Il suo consumo è molto diffuso soprattutto negli Stati Uniti e richiede prescrizione medica[4].

Quali sono i sintomi dell’infezione?

I sintomi successivi a un’infezione sono variabili e spesso confondibili con un raffreddore o con l’influenza. Principalmente si hanno febbre, spossatezza, vie aeree ostruite e linfonodi ingrossati. Questi sintomi generali non concorrono necessariamente in contemporanea e non sempre si manifestano. La malattia è infatti definita asintomatica e lo resta nella maggior parte delle persone. Possono però insorgere in media tra i 7 e i 30 giorni dalla trasmissione. Generalmente questi scompaiono entro poco tempo. Un perdurare eccessivo delle precedenti condizioni potrebbe essere un campanello d’allarme per richiedere una visita medica.

Un volta scomparsi i sintomi iniziali comincia un periodo di latenza senza sintomi. Questo periodo è compreso tra i 5 e i 10 anni. Il tempo è variabile e dipende dalle condizioni genetiche e di benessere fisico generale delle persone che lo contraggono. Tale intervallo può infatti essere di durata inferiore o superiore rispetto a quanto riportato prima.

I sintomi della Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) sono variabili e non direttamente indotti dal virus. A causa della morte progressiva delle cellule immunitarie l’organismo non riesce a difendersi da altre infezioni che insorgono e causano la morte dell’individuo. Dunque la letalità della condizione non è causata direttamente dall’HIV, ma indirettamente tramite l’annientamento delle difese immunitarie dell’ospite. Il paziente tipico è generalmente affetto da calo di peso, diarrea, infezioni secondarie, disturbi neurologici e neoplasie[1, 2, 5, 6].

Come si diagnostica la malattia?

L’unico metodo certo per sapere se si è malati è effettuare un test specifico. Questo è consigliato dopo 3 mesi dall’esposizione in quanto il virus raggiunge livelli di concentrazione nel sangue, viremia, elevati risultando così rilevabile dalle analisi. Durante quei mesi è consigliabile non avere ulteriori rapporti o evitare situazioni di rischio. Le tecniche principali sono PCR, ELISA e Western Blotting. Esistono anche test rapidi che rilevano gli anticorpi che il nostro organismo cerca di sintetizzare in seguito all’infezione. Questi però risultano meno precisi dei precedenti. Per effettuarli basta rivolgersi in ospedale o ad un laboratorio privato che offra il servizio. Esistono anche programmi regionali che permettono di svolgere il test gratuitamente e in maniera anonima[7].

Come si cura l’AIDS?

Ad oggi non esiste una cura efficace se non la prevenzione. Le profilassi ad oggi in uso sono principalmente due:

  1. PEP: consiste nella somministrazione di farmaci entro 4 ore dall’esposizione. Questa viene effettuata in ospedale e generalmente è indirizzata a lavoratori esposti al rischio di contaminazione in caso di incidenti. Se somministrata nei tempi adeguati può ridurre fino all’80% la probabilità di infezione[8].
  2. HAART (Highly Active AntiRetroviral Therapy): consiste nella somministrazione giornaliera di vari farmaci che impediscono al virus di replicarsi e di infettare nuove cellule. Non portano a guarigione in quanto il virus resta latente nell’organismo e ricomincia la diffusione in caso di interruzione del trattamento. La terapia va seguita per tutta la vita del paziente evitando così la morte e permettendo il raggiungimento di un’aspettativa di vita nella media. Può capitare che durante il trattamento bisogni cambiare farmaci in quanto il virus può sviluppare resistenza[8].

Perché non esiste un vaccino?

Ad oggi non esiste un vaccino contro l’HIV per due motivi principali:

  1. Il primo è di carattere scientifico: il virus ha una capacità di mutare elevatissima. Questo comporta una seria difficoltà nel sintetizzare un vaccino in grado di stimolare una risposta immunitaria efficace contro tutte le varianti. Ad oggi gli studi stanno puntando su terapie molecolari avanzate come le terapie cellulari, geniche e vaccini a mRNA[9].
  2. Il secondo è storico-sociale: i primi ad essere interessati dalle infezioni di HIV negli anni ’80 furono le comunità omosessuali. Non essendoci ancora una solida cultura e comunicazione sulla prevenzione sessuale il preservativo veniva utilizzato solo per impedire gravidanze indesiderate. Per questo gli omosessuali tendevano a non utilizzare il preservativo e subirono una maggiore diffusione del virus all’interno della propria comunità. Gli elevatissimi livelli di discriminazione del tempo fecero sì che l’interesse della società nel tutelarli dalla malattia fosse minimo. Si arrivò al punto che riviste e partiti conservatori definirono pubblicamente l’AIDS come “cancro dei gay” o “punizione divina alla sodomia” (approfondimento 2). Dal 2013 la maggior parte dei nuovi casi è registrata tra coppie eterosessuali[1].

L’unica persona ad essere mai guarita è il cosiddetto “Paziente di Berlino“. Timothy Ray Brown era un cittadino statunitense che studiava a Berlino. Contrasse l’HIV nel 1995 proprio durante il suo soggiorno nella Capitale tedesca.Dopo aver contratto l’HIV ha sviluppato una leucemia mieloide acuta da cui è guarito grazie ad un’intensa radioterapia. Quest’ultima gli ha causato una distruzione del midollo osseo tale da richiedere un trapianto. Le nuove cellule immunitarie del donatore risultavano casualmente portatrici di una mutazione per una proteina detta CCR5. Questa è uno dei recettori che il virus utilizza per infettare le cellule. Il paziente si è ritrovato quindi immune all’infezione. Grazie a questo insieme di eventi non venne più rilevata traccia virale nel suo plasma[10, 11].

Referenze

  1. Robbins e Cotran – Le basi patologiche delle malattie – nona edizione, cap. 6, pagg. 236-248., 2015, Edra S.p.A., Milano.
  2. Faales-Belasio E, Raimondo M, Suligoi B, Buttò S – HIV virology and pathogenetic mechanisms of infection: a brief review – Ann. Ist. Super. Sanità 2010 | Vol. 46, No. 1: 5-14.
  3. Queiros C, Costa JB – Oral transmission of sexually transmissable infections: a narrative review – Acta Med Port 2019 Dec;32(12):776–781.
  4. Spinner CD, Boesecke C, Zink A, Jessen H, Stellbrink HJ, Rockstroh JK, Esser S – HIV pre-exposure prophylaxis (PrEP): a review of current knowledge of oral systemic HIV PrEP in humans – Infection volume 44, pages151–158(2016).
  5. Shiels MS, Engels EA – Evolving epidemiology of HIV-associated malignancies – Curr Opin HIV AIDS. 2017 Jan; 12(1): 6–11.
  6. Askinyte A, Matulionyte M, Rimkevicius A – Oral manifestations of HIV disease: a review – Stomatologija, Baltic Dental and Maxillofacial Journal, 17: 21-8, 2015.
  7. Hurt CB, Nelson JAE, Hightow-Weidman LB, Miller WC – Selecting an HIV Test: A Narrative Review for Clinicians and Researchers – Sex Transm Dis. 2017 Dec; 44(12): 739–746.
  8. Parikh UM, McCormick K, van Zyl G, Mellors JW – Future technologies for monitoring HIV drug resistance and cure – Curr Opin HIV AIDS. 2017 Mar;12(2):182-189.
  9. Wagner TA – Combining Cell and Gene Therapy in an Effort to Eradicate HIV – AIDS Patient Care STDS. 2016 Dec;30(12):534-538.
  10. Larijani MS, Ramezani A, Sadat SM – Updated Studies on the Development of HIV Therapeutic Vaccine – Curr HIV Res. 2019;17(2):75-84.
  11. Jilg N, Li JZ – On the Road to a HIV Cure: Moving Beyond Berlin and London – Infect Dis Clin North Am. 2019 Sep;33(3):857-868.

Approfondimenti

  1. Quammen D., “Spillover”, cap. 8, 2014, Adelphi Edizioni S.P.A.
  2. Il primo articolo pubblicato in Italia che parla di AIDS

Filmografia

  1. Dallas Buyers Club – Trailer
  2. 120 Battiti al Minuto – Trailer

Sitografia

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