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Dieta Paleolitica: teorie, opinioni e controindicazioni

La paleodieta funziona davvero?

La dieta paleolitica (o paleodieta, anche abbreviato in dieta paleo) è un regime alimentare inventato da W. A. Price negli anni ’30 del secolo scorso. Price, per formulare le sue idee, si ispirò alla presumibile dieta dell’uomo nell’antichità. Ad intervalli ciclici questo regime dietetico torna di moda nel grande pubblico, ma cosa si intende realmente con paleodieta? Nello specifico si vuol provare a riprodurre il tipo di alimentazione precedente all’introduzione dell’agricoltura, che si pone storicamente circa 10.000 anni fa.

Price non aveva però considerato che l’alimentazione delle popolazioni antiche era molto variegata e differente e non si può parlare quindi di un regime dietetico unico a livello universale. Ogni popolazione aveva infatti caratteristiche particolari in base al territorio ed alle tecnologie di cui disponeva. Anche l’alimentazione seguiva, ovviamente, queste peculiarità.

Procurarsi il cibo nel Paleolitico

L’uomo dell’età della pietra era un animale onnivoro e si nutriva di tutto ciò che riusciva a trovarsi intorno. Erano infatti la caccia e la pesca, insieme alla raccolta della vegetazione spontanea, a definire la dieta dell’uomo paleolitico. I compiti venivano divisi equamente tra tutti, così che mentre le donne e i bambini si dedicavano alla raccolta, gli uomini andavano a cacciare in piccoli gruppi o si impegnavano nella pesca. Il dispendio energetico per sostenere questo tipo di vita era però notevole e inoltre non sempre era garantito cibo quotidiano. Le prede prescelte diventavano quindi gli animali di grossa taglia, così da cercare di sfamare più gente possibile.

Anche se si ritiene che i primi uomini si nutrivano soprattutto di carcasse lasciate da altri predatori, vennero presto concepite vere e proprie tecniche di caccia. Nella cosiddetta caccia per sfinimento, i nostri antenati inseguivano la preda fino allo stremo delle sue forze in modo da sfruttare a proprio vantaggio alcune caratteristiche dell’uomo. La postura eretta non permetteva infatti di competere sulle brevi distanze a causa della bassa velocità. Al contempo però, unita alla maggiore presenza di ghiandole sudoripare, garantiva il mantenimento dell’omeostasi termica, con una maggior resistenza ad inseguimenti più lunghi. Questa tecnica di caccia cadde in disuso con l’invenzione e il successivo perfezionamento delle armi da lancio, soprattutto grazie al controllo del fuoco da parte dell’Homo Erectus nel Paleolitico Inferiore.

Caratteristiche della dieta paleolitica

Nella dieta paleolitica sarebbero quindi permessi alimenti come selvaggina, di qualunque tipo e formato (soprattutto le interiora), prodotti della pesca, bacche, frutti, radici e noci. Sono invece da evitare i cereali, le farine raffinate, i latticini e, ovviamente, i dolci. Anche i legumi, buona fonte di proteine di origine vegetale, non vedrebbero riconosciuto lo stesso rilevante impiego che hanno in una dieta ben equilibrata. Secondo Price anche noi dovremmo seguire l’alimentazione di 10.000 anni fa.

Un regime alimentare di questo tipo sarebbe quindi composto per lo più da proteine e grassi animali, mentre soltanto una minima quota giornaliera sarebbe rappresentata dai carboidrati (circa il 25% del totale). Questa caratteristica contrasta nettamente con la dieta mediterranea, riconosciuta in tutto il mondo come modello di un’alimentazione sana e bilanciata.

Esempio di menù dieta Paleo

Lo schema giornaliero sottostante si ritiene a scopo puramente informativo, prima di iniziare un qualsiasi regime dietetico si consiglia di contattare una figura professionale adeguata.

Colazione

  • 2 uova
  • 100g di insalata

Spuntino

  • 1/2 frutto
  • 30g di frutta secca

Pranzo

  • 200g di carne magra
  • 200g di verdure

Merenda

  • 1/2 frutto
  • 30g di frutta secca

Cena

  • 200g di carne magra
  • 200g di verdure

La paleodieta funziona davvero?

Allerta spoiler: la dieta paleolitica oggi non funziona. La qualità delle carni consumate all’epoca dei nostri antenati era ben diversa da quella odierna, essendo ai tempi tutte magrissime e selvatiche, condizione ad oggi impensabile. Inoltre bisognerebbe cambiare anche il proprio stile di vita, con un’attività fisica estrema e quindi un notevole dispendio calorico giornaliero.

Non è stata trovata alcune evidenza per cui seguire la dieta paleolitica in senso stretto possa portare ad un miglior controllo dell’obesità. Le perdite di peso non sono associate alla qualità della dieta, ma alla restrizione calorica giornaliera. Quando la caccia andava bene gli uomini assumevano una quantità spropositata di calorie, se confrontata con i giorni di oggi. A queste abbuffate però potevano seguire anche interi giorni di digiuno.

La dieta era infatti subordinata alla quantità di cibo cacciato e raccolto. Attualmente sarebbe impensabile seguire alla lettera lo stile di vita dei nostri antenati: oggi consumiamo sicuramente meno di loro e la disponibilità giornaliera di cibo cambia il nostro modo di vivere.

Mangiare carni della qualità richiesta dalla dieta paleolitica è poi particolarmente costoso e ha sugli ecosistemi una notevole impronta ecologica. La dieta paleolitica non è infatti un modello dietetico ecosostenibile.

Origine della Paleodieta

L’idea della dieta paleolitica venne in mente a Price quando entrò in contatto con popolazioni prive di malattie come le carie e la tubercolosi. Price era infatti partito per un viaggio intorno al mondo per investigare le correlazioni tra dieta e salute delle popolazioni. Ipotizzò quindi che il loro stile di vita primitivo, in particolare modo l’alimentazione, giocasse un ruolo fondamentale nel benessere e nella prevenzione di determinate patologie.

A seguito di questi studi pubblicò nel 1939 il libro Nutrition and Physical Degeneration, che racchiude le sue idee sviluppate nel corso degli anni. Dopo un periodo di oblio, Nutrition and Physical Degeneration tornerà alla ribalta grazie alla riscoperta dell’appassionata Sally Fallon. Nel 1999 Sally Fallon arrivò addirittura a fondare la Weston A. Price Foundation, per promuovere fortemente lo stile dietetico del dentista insieme ad altre pratiche come l’omeopatia, l’agricoltura biodinamica e l’antivaccinismo. Nessuna di queste applicazioni è riconosciuta dalla comunità scientifica.

Controindicazioni della paleodieta

La dieta paleolitica non è esente da controindicazioni dovute all’instaurarsi della chetosi, uno stato metabolico dovuto alla presenza di corpi chetonici nel sangue. La bassa disponibilità di glucosio fa sì che l’organismo debba utilizzare altre molecole come substrato energetico dando il via all’ossidazione degli acidi grassi nel fegato. Questa via metabolica porta alla formazione dei corpi chetonici: i sostituti veri e propri del glucosio.

I principali effetti collaterali della dieta paleolitica sono stanchezza, aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, alitosi e perdita di appetito. Il senso di stanchezza e affaticamento è dovuto proprio alla mancanza di carboidrati, una riserve energetica importante per il nostro organismo. L’alitosi è invece una diretta conseguenza della chetosi: con la formazione di corpi chetonici si forma infatti acetone, espulso per via aerea dall’organismo.

L’eccessivo consumo di carne può causa invece squilibri ematici, come un aumento del colesterolo in circolo soprattutto di tipo LDL (per intenderci quello “cattivo”), e un sovraccarico renale per la grande assunzione di proteine. Queste condizioni portano ad un aumentato rischio di patologie a livello cardiocircolatorio e, appunto, renale. Seguire un regime di dieta paleolitica porterebbe poi al rischio di carenze di alcuni micronutrienti, come la vitamina D ed il calcio.

Leggi anche: Colesterolo buono e colesterolo cattivo: lipoproteine HDL e LDL

Le opinioni della scienza sulla dieta paleolitica

Non c’è nessuna evidenza scientifica che un regime alimentare così composto sia salutare per il benessere dell’individuo. Le linee guida di una sana e corretta alimentazione dettate da OMS, FAO e tutti i paesi del mondo consigliano una quota di carboidrati giornaliera di almeno il 55% delle calorie assunte. La dieta paleolitica però si discosta molto da questo valore. Il miglior modello alimentare, nonché quello con la più forte letteratura scientifica dietro, ad oggi rimane la dieta mediterranea, in cui vengono consumati tutti i gruppi alimentari nelle giuste proporzioni.

La comunità scientifica non ha mai provato che una dieta paleolitica praticata oggi sia sicura ed efficace, per cui è tuttora considerata una pseudoscienza. Si parla di pseudoscienza quando ci si riferisce ad una teoria che vuol apparire come scientifica, ma a cui mancano i criteri tipici per poter essere definita tale.

Recentemente anche l’ONB (Ordine Nazionale dei Biologi) ha preso le distanze dalla paleodieta. Un biologo nutrizionista è stato infatti sospeso dall’Ordine per un mese in quanto prescrittore di questo regime dietetico. Secondo l’Ordine dei Biologi infatti la dieta non è sicura e presenta molti limiti, soprattutto per la mancanza di robusti studi scientifici alle spalle.

Conclusioni

La dieta paleolitica ha avuto i suoi alti e bassi: periodi in cui ha avuto un grosso seguito e successivi anni di declino. Non c’è comunque alcuna evidenza scientifica che possa consigliare di seguire questo stile di vita, soprattutto per un lungo periodo di tempo. Uno squilibrio tale nella composizione dell’alimentazione giornaliera è stato anzi più volte sconsigliato sia dalle istituzioni che dalla comunità scientifica. Le istituzioni hanno invece sempre riconosciuto come una delle alimentazioni più salutari la dieta mediterranea, basata su frutta, verdura e cereali.

Non ha inoltre particolarmente senso parlare di alimentazione paleolitica, intesa come un regime unico ed uguale per tutto il mondo. Le differenze tra i vari popoli erano troppo marcate perché le loro alimentazioni siano assimilabili le une alle altre.

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