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Demografia: ecologia della popolazione

In Ecologia, il concetto di demografia è molto importante, in quanto permette all’ecologo di comprendere meglio una determinata popolazione di organismi e di elaborare modelli su come questa popolazione potrà evolversi in termini numerici. La demografia è lo studio quantitativo, mediante strumenti statistici, dei fenomeni concernenti la popolazione considerata; sia nei caratteri che presenta in un determinato momento, sia nelle variazioni che intervengono nel tempo in conseguenza delle nascite e delle morti.

Molto spesso gli studi demografici sono applicati a popolazioni animali come grandi mammiferi e uccelli ma anche insetti e altri invertebrati. Intuitivamente, una popolazione crescerà quando il numero di nascite sarà maggiore del numero di morti mentre decrescerà nel caso opposto. Un importante limite imposto alle nascite, negli organismi a sessi separati, è il numero di individui femminili. Infatti, la produzione di cellule uovo è enormemente minore rispetto alla produzione di spermatozoi, rendendo così gli ovociti, e dunque gli individui femminili, il fattore che limita l’aumento demografico di una popolazione.

Fissando “X” una specifica età e N0 il numero complessivo di individui nati in un certo periodo, si definiscono alcuni parametri importanti in demografia:

  • Mortalità specifica per classe di età (Dx): ossia gli individui che non raggiungono un determinato anno di vita: Dx = N0 – Nx. Ossia la differenza tra il numero totale di nascituri e il numero di individui sopravvissuti all’età x.
  • Il tasso di mortalità (Qx) è il rapporto tra la mortalità specifica e il totale degli individui che raggiungono quella età. Qx = Dx / Nx

Curve di sopravvivenza

Esistono tre curve di sopravvivenza per studiare l’andamento di una popolazione di una data specie nel tempo. Queste sono dei modelli e come tali non rappresentano l’esatto andamento di una popolazione. Esse sono utili ad approssimarne le variazioni nel tempo e dunque poter prevedere quale sia il destino della popolazione studiata. Sul grafico troviamo in ascisse l’età, che può essere espressa quantitativamente in anni, mesi … e in ordinate il numero di individui, su scala logaritmica, con 1 come massimo e 0,01 come minimo.

Tipo I: questo andamento è tipico di animali che producono pochi giovani e hanno lunghe cure parentali (es. umani, elefanti). Infatti, come si può notare, il tasso di mortalità è basso fino alla vecchiaia quando aumenta bruscamente come effetto dell’età. Si riscontra dunque una alta mortalità nelle classi più anziane.

Tipo II: andamento tipico di specie con tasso di mortalità costante durante tutta la vita (perdita costante di una frazione di individui). La morte è spesso causata da processi casuali su cui l’individuo ha poco controllo, come la predazione.

Tipo III: curva tipica di specie che producono molti giovani che ricevono poche o nulle cure parentali. In queste specie la sopravvivenza dei giovani dipende dalla fortuna in quanto sono piccoli e privi di difese. Con l’avanzare dell’età, l’accrescimento dell’organismo aumenta la sua probabilità di sopravvivenza. Questo è evidenziato nel grafico in quanto superata una certa età, tasso di mortalità si riduce notevolmente.

Le popolazioni umane (almeno quelle occidentali) sono descritte con una classica curva di tipo I. In questi casi infatti, i giovani ricevendo molte cure parentali, hanno un basso tasso di mortalità. Questo tasso si mantiene più o meno costante fino alla tarda anzianità, dove aumenta repentinamente.

Fonte: Elementi di ecologia, di Thomas M. Smith e Robert L. Smith. Pearson editore.

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