La selezione artificiale ha permesso di generare un legame intimo e profondo tra due specie diverse: l’uomo e il cane. Una selezione forzata, per alcuni, che ha drasticamente cambiato un’antica specie plasmando i suoi tratti in modo più o meno consapevole, per trasformarla nelle razze canine che oggi conosciamo bene. Quali sono i meccanismi che ci legano così tanto a questi animali? Perché vengono considerati veri e propri membri delle nostre famiglie?
Le ipotesi degli scienziati ci suggeriscono che all’inizio della coevoluzione uomo-cane, le società nomadi di umani e i gruppi del lupo arcaico sfruttassero le stesse risorse alimentari. Questo utilizzo comune avrebbe creato le basi per un primo stadio di competizione, per poi passare alle prime fasi del processo di domesticazione. Sembra che i background (caratteristiche comportamentali insite nelle specie, come la cooperazione, la cura condivisa della prole, la condivisione del cibo e il riconoscimento di individui dominanti nel gruppo) delle due specie fossero già predisposti per la creazione di questo legame. Tuttavia, queste caratteristiche devono essersi plasmate per potenziare l’effetto del processo di domesticazione. Questi processi possono coinvolgere diversi aspetti biologici, tra cui cognitivi ed ormonali.
Uomo e cane: una sintonia ormonale
Alcune molecole presenti nel corpo degli animali possono influenzare le interazioni che avvengono nel gruppo sociale. Tra queste molecole ci sono particolari ormoni che variano il loro livello in base all’esperienza, agli eventi e al rapporto con altri individui. L’ossitocina e i glucocorticoidi sono molecole ampiamente studiate che sembrano essere coinvolte nel processi di amicizia, amore, nel legame materno e nello stress sia nell’uomo che in altri animali.
Nagasawa e colleghi (2015) hanno dimostrato che i livelli di ossitocina del proprietario aumentano dopo circa 30 minuti di interazione con il proprio cane. Questa azione funzionerebbe da trigger (segnale) anche nel cane, in cui i livelli di ossitocina aumentano grazie allo sguardo diretto con il proprietario. L’aumento di ossitocina nei partecipanti allo studio stimolerebbe il mantenimento dell’interazione tra l’uomo e il cane (Nagasawa et al. 2009).
Questo rafforzamento non sembra essere stato osservato nel lupo e potrebbe essere una conseguenza della domesticazione. A prova di questa affermazione, nei lupi si sono osservati livelli più alti di ossitocina nelle interazioni tra i membri del gruppo. Tra cani questi livelli sono notevolmente più bassi.
I cani ci riconoscono da una fotografia?
Il riconoscimento facciale del proprietario era già stato dimostrato da Mongillo e colleghi (2017), utilizzando direttamente il viso del proprietario e di uno sconosciuto in condizioni ottimali e sub ottimali di luminosità e orientamento del viso. Questo riconoscimento, vincolato sopratutto dall’illuminazione presente, avviene attraverso la distinzione di caratteristiche che il cane ritrova nella regione della testa.
Un recentissimo studio di Eatherington (2020) ha dimostrato che i cani riescono a riconoscere il viso dei proprietari. Attraverso un ingegnoso macchinario, gli scienziati hanno mostrato al cane, lasciato in una stanza, la foto del viso di uno sconosciuto e quella del suo proprietario. Le foto erano divise in ottimali (frontale) e sub-ottimali (semi-laterali/scarsa illuminazione). È stato osservato che i cani rivolgono di più il loro sguardo verso la foto del proprietario, rispetto alla foto dello sconosciuto.
La capacità di distinguere individui diversi è un prerequisito necessario per stabilire legami sociali. Distinguere individui di una specie diversa ci dimostra che il cane è in grado di costruire legami emotivi diversi da persona a persona, e quindi di elaborare diversi livelli affettivi. Questa capacità può aver permesso il processo di coevoluzione uomo-cane.
Conclusione
La storia evolutiva del cane è intimamente legata allo sviluppo umano, e all’evoluzione della sua società . La coevoluzione uomo-cane ha seguito diversi cammini che hanno portato ad un legame forte tra due specie molto lontane fra loro. L’uomo ha sicuramente una posizione più “dominante” nella coppia uomo-cane, perché solo quest’ultimo si è trasformato per rispondere all’esigenza umana. Tuttavia, il fatto che anche nell’uomo un processo fisiologico si attivi dall’interazione con il cane ci permette di apprezzare quanto il cane abbia avuto un peso, seppur minore, nel nostro processo evolutivo e nello sviluppo di sentimenti extra-specie.
Referenze
- Eatherington C.J., Mongillo P., Lõoke M., Marinelli L. “Dogs (Canis familiaris) recognise our faces in photographs: implications for existing and future research“, 2020. Animal Cognition;
- Mongillo, P., Scandurra, A., Kramer, R.S.S. “Recognition of human faces by dogs (Canis familiaris) requires visibility of head contour“, 2017. Animal Cognition. 20, 881–890;
- Nagasawa M., Kikusui T., Onaka T., Ohta M. “Dog’s gaze at its owner increases owner’s urinary oxytocin during social interaction“, 2009. Horm. Behav. 55, 434–441;
- Nagasawa M., Mitsui S., En S., Ohtani N., Ohta M., Sakuma Y., Onaka T., Mogi K., Kikusui T. “Social evolution. Oxytocin-gaze positive loop and the coevolution of human-dog bonds“, 2015 . Science 348, 333–336.