Alieni. La maggior parte delle persone pensa a omini verdi con le antenne. O forse all’iconico ET di Steven Spielberg, agli eleganti umanoidi blu di Avatar, ai mostruosi vermi della sabbia del pianeta Arrakis di Dune o allo spietato Xenomorfo di Alien. Non solo i film, ma anche libri, fumetti, videogiochi sono popolati da strane creature aliene di ogni aspetto e dimensioni, quasi sempre, però, ispirate a piante e animali terrestri o dalle sembianze umanoidi. Gli autori di fantascienza hanno realizzato un vasto campionario di alieni, ma quanti sono quelli biologicamente verosimili? Saremo mai in grado anche solo di immaginare una vita fuori dalla Terra, se l’unica che conosciamo è quella che si è sviluppata ed evoluta sul nostro pianeta? A queste domande ha cercato di rispondere Marco Ferrari nel libro “Come costruire un alieno. Ipotesi di biologia extraterrestre“, pubblicato da Codice Edizioni.
L’autore
Marco Ferrari è un biologo e giornalista italiano. Laureato in scienze biologiche nel 1978, è stato ricercatore di psicofarmacologia fino al 1985, quando è passato al giornalismo scientifico per quotidiani, settimanali e mensili. È stato redattore e direttore presso riviste di natura e scienza (“Oasis”, “Terra”, “Focus Junior”, “Geo”, “Focus”). Ha scritto articoli per quotidiani, settimanali e mensili, curato enciclopedie e documentari e tenuto master e conferenze per le scuole. Ha tradotto una decina di libri e ne ha scritti altrettanti.
Premessa
La verità è che ne sappiamo poco. Non sappiamo, ad esempio, se la Terra è stata la fortunata vincitrice di una lotteria cosmica o se la vita sia comparsa altre volte in altri angoli dell’universo. Non sappiamo neanche se un ipotetico ET seguirebbe le stesse leggi che conosciamo noi, sull’unico pianeta che sicuramente ospita la vita. Ci sono pochi dubbi che le leggi fisiche e chimiche siano valide in tutto l’universo, ma su quelle biologiche non c’è la stessa certezza. A essere sinceri, se incontrassimo la vita su un altro pianeta, potremmo non essere nemmeno in grado di riconoscerla.
Vi starete chiedendo, allora, di cosa parla questo libro – e se c’è veramente qualcosa di cui parlare in maniera scientifica e rigorosa. La risposta ovviamente è sì. Ma l’autore chiarisce sin da subito che gli ipotetici alieni che cercherà di costruire sono fondati sulla stessa chimica e su leggi biologiche simili a quelle terrestri. Il pianeta che potrebbe ospitarli, quindi, sarebbe una specie di “gemello diverso” della Terra: non identico ma con le stesse caratteristiche “vincenti” (almeno dal nostro punto di vista). Immaginare altri tipi completamente diversi di vita e di pianeti adatti a ospitarla è un esercizio affascinante, ma Ferrari preferisce lasciarlo agli autori di fantascienza.
Contenuto
Dopo questa premessa, veniamo al contenuto del libro. L’autore ripercorre le tappe che hanno portato all’origine della vita sulla Terra: un capitolo dopo l’altro, il percorso dai primi organismi unicellulari a esseri “complessi” come l’Homo sapiens diventa sempre più avvincente e ricco di colpi di scena. L’evoluzione dei viventi non è stata sempre lineare, anzi potremmo immaginarla come un percorso ramificato, pieno di biforcazioni e vicoli ciechi. Cosa sarebbe successo se anche solo a uno di questi bivi la vita avesse imboccato una strada diversa o se si fosse semplicemente fermata? Un giorno potremmo scoprirlo su altri pianeti.
Il libro corre su due binari paralleli, “come è” e “come sarebbe potuto essere”.
Il primo racconta la storia della vita sulla Terra – ma questa è solo una delle storie possibili. Il secondo ipotizza uno o più percorsi alternativi, che su altri pianeti potrebbero aver dato origine a forme di vita diverse, ma verosimili in un quadro di riferimento scientifico.
Leggerete allora di mondi popolati da un’unica specie, creature dalle simmetrie fantasiose, strani esseri cangianti che comunicano attraverso i colori, terre ricoperte da piante rosse o nere a seconda della lunghezza d’onda assorbita dalla loro stella. Sarete chiamati a immaginare come sarebbe vivere su pianeti dall’ecologia lentissima o iper-veloce, in un ecosistema olistico dove prosperano solo specie collaborative e simbiotiche, oppure in una società dominata da una specie esclusivamente carnivora o da una a prevalenza erbivora.
Commento
Il libro, già nel titolo, stuzzica la curiosità di appassionati di biologia, astronomia o fantascienza (o di tutte e tre!). Pagina dopo pagina, i progetti di alieni biologicamente plausibili diventano sempre più vari e interessanti, raccontati con lo stile chiaro e spesso ironico di Marco Ferrari. Ma quello che vi resterà alla fine del libro non è una minuziosa descrizione fisica di ipotetiche creature extraterrestri, su cui l’autore, in verità, non scende tanto nei particolari.
Forse perché il vero scopo del libro non è “rappresentare” un alieno in particolare. Per quello ci sono i libri e i film di fantascienza, più liberi di speculare e farsi trasportare dall’immaginazione. Per restare nel confine dello “scientificamente plausibile”, Ferrari preferisce spiegare, piuttosto, come potrebbe funzionare un mondo alieno da una prospettiva più generale.
Quali meccanismi potrebbero usare le specie extraterrestri per immagazzinare e trasmettere l’informazione genetica, per comunicare tra di loro e interagire con l’ambiente. Quali potrebbero essere le relazioni tra le specie di un pianeta in cui la vita ha seguito traiettorie evolutive diverse dalla Terra. Cosa potrebbe cambiare nell’ecologia, nella società, e persino nelle categorie morali di questo mondo alieno.
Conclusione
Ma c’è un altro aspetto che vi stupirà. Molte delle caratteristiche che l’autore immagina per i suoi mondi alieni, anche quelle apparentemente più lontane dalla nostra esperienza, prendono spunto dalla moltitudine di forme, colori, ecosistemi, strategie di comunicazione e di riproduzione che già esistono sul nostro pianeta (e proprio per questo sono biologicamente verosimili!). Alcune più comuni, altre confinate in angoli remoti della Terra.
Ci si rende conto, insomma, che sappiamo ancora molto poco e che l’unico modo per ipotizzare la vita fuori dalla Terra è quello di immaginarla simile all’unica che conosciamo. Il libro, quindi, parla sì di alieni, ma è anche un inno alla biodiversità terrestre: un enorme laboratorio dove la vita ha avuto miliardi di anni per plasmare tutte le sue incredibili forme.
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Titolo: Come costruire un alieno. Ipotesi di biologia extraterrestre
Autore: Marco Ferrari
Casa editrice: Codice Edizioni
Anno di pubblicazione: 2021