La filogenesi studia l’evoluzione della vita analizzando tutte le possibili ramificazioni della discendenza di animali e piante dalla loro comparsa sulla Terra fino ad oggi. Per costruire un albero filogenetico abbiamo due metodologie: la cladistica e la fenetica. Analizziamo in questo articolo entrambe le metodologie e mettiamo in evidenza quali sono le differenze.
La Cladistica
La cladistica ha come fine quello di interpretare i caratteri in chiave evolutiva ovvero comprendere quale carattere è derivato dal progenitore e quale invece è il frutto di eventi indipendenti come fenomeni di convergenza evolutiva. La Cladistica riconosce quindi i cladi come insiemi di più unità tassonomiche che condividono caratteri derivati da un ancestrale comune. Questi cladi sono raggruppati tra loro secondo parentele nei cladogrammi.
La cladistica impone che i gruppi siano monofiletici, ovvero composti da organismi tutti derivati da un comune antenato. Questo si contrappone a quelle entità (famiglie, generi, ecc) che nascono da sistemi di classificazione non cladistica e che riuniscono organismi che presentano similarità morfologiche e non necessariamente derivati da antenati comuni. Tali gruppi si dicono polifiletici. Il concetto di morfospecie spesso non rispecchia i canoni cladistici.
Nella cladistica si gli organismi sono descritti da due tipi di caratteri:
- Plesiomorfi: caratteri ancestrali
- Apomorfi: caratteri derivati
Radicazione: permette di capire quali sono le specie ancestrali (con caratteri quindi plesiomorfici) e come via via si siano sviluppate le altre. Un albero radicato correttamente rappresenta l’albero della vita con tutti i cambiamenti avvenuti durante l’evoluzione e le parentele dirette ed indirette. Questo è ovviamente un compito molto difficile e spesso irrealizzabile.
La Fenetica
La fenetica ebbe la sua esplosione con i principi della tassonomia numerica di Sneath and Sokal (1963) che proposero metodi numerici per stabilire relazioni di affinità tra specie e gruppi tassonomici. I metodi fenetici, come la tassonomia classica, non tengono conto in modo specifico delle relazioni evolutive: essi raggruppano gli organismi esclusivamente sulla base del numero di caratteri comuni senza considerare l’importanza dei caratteri stessi.
La fenetica procede secondo il seguente schema:
- Ogni OTU (Operative Taxonomic Unit) la specie o l’organismo in questione viene descritta dal maggior numero di caratteri possibili e questi hanno tutti lo stesso peso,
- I caratteri compongono una matrice che descrive e compara le diverse OTU,
- Utilizzando coefficienti opportuni è possibile stimare le relazioni tra le OTU,
- I dati possono infine essere espressi con sistemi grafici (dendrogrammi, ecc).
Dendrogramma: schema che raggruppa organismi morfologicamente simili tra di loro. Il dendrogramma è più facile da costruire rispetto al cladogramma.
Fonte: Botanica generale e diversità vegetale, di Cinzia Forni, Gabriella Pasqua e Giovanna Abbate