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Cicadofite e Ginkgofite: le Gimnosperme del passato

Le cicadofite sono un gruppo molto antico, evolutesi nel carbonifero (280 milioni di anni fa) e attualmente ridotte a circa 100-150 specie. Sono diffuse in ambienti tropicale e subtropicale. Hanno l’aspetto di palme (ma non sono evolutivamente vicine) con grandi foglie coriacee sempreverdi portate in rosetta all’apice di tozzi fusti. Le radici hanno un aspetto particolare dovuto alla presenza di cianobatteri fissatori d’azoto con cui le piante vivono in simbiosi.

Queste particolari radici prendono il nome di radici coralloidi. L’impollinazione in questo gruppo di piante è molto spesso anemogama. I semi di cicadofite sono spesso circondati da tessuti carnosi, colorati ed eduli. Questo facilita la dispersione ad opera di animali che sono attratti dal colore e dal sapore. Molte specie di cicadine sono tossiche a causa della presenza di sostanze neurotossiche o cancerogene.

Le Ginkgofite sono un gruppo di piante molto diffuse nel Cretaceo, oggi con un’unica specie vivente Ginkgo biloba. Questa specie è antichissima e per questo è considerata un fossile vivente. È una pianta arborea (circa 30 m altezza), dioica, con foglie decidue dalla caratteristica forma a ventaglio. Tra impollinazione e fecondazione passano mesi: mentre l’impollinazione, cioè l’arrivo dei granuli pollinici al micropilo, avviene quando gli ovuli sono ancora sulla pianta, la fecondazione avviene a terra, quando gli ovuli sono già caduti.

La differenza tra impollinazione e fecondazione è molto importante perché alcune piante possono scegliere di far maturare i due organi di riproduzione diversi in due momenti differenti per evitare l’autoimpollinazione. I semi di Ginkgo biloba sono avvolti da una struttura carnosa (non è un frutto) dal caratteristico odore di escrementi e carne in putrefazione.

Fonte: Botanica generale e diversità vegetale, di Cinzia Forni, Gabriella Pasqua e Giovanna Abbate

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