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Chrysididae

Le vespe cuculo, o vespe dorate, sono una famiglia di Imenotteri, come le formiche, le api o i calabroni. Il loro nome scientifico, Chrysididae, deriva dal greco krusòs, oro, e ne indica in maniera inequivocabile la caratteristica colorazione vivace e metallica. Tra gli Imenotteri è noto che vi siano alcuni grandi esempi di socialità, come api e formiche, ma i crisididi sono solitari, e vivono negli stessi ambienti di altre vespe, anch’esse solitarie, prediligendo, almeno in Italia meridionale, microhabitat caldi e secchi. Sono diffusi in tutto il mondo, con la sola eccezione dell’Antartide.

La ragione di questa “vicinanza” con altri imenotteri solitari è tutt’altro che disinteressata: i crisididi sono infatti imenotteri parassiti, l’apparato vulnerante non ha la funzione di pungiglione velenifero, ma si è modificato evolvendosi in ovopositore.  Tramite questa arma modificata, praticano il cosiddetto parassitismo di cova, deponendo le loro uova all’interno delle celle dei nidi di altre vespe. Si spiega così il nome comune di vespe cuculo.

Una volta individuato un nido appartenente alla vespa ospite, spesso quando è ancora in costruzione, la femmina di crisidide si avvicina e sceglie una cella nella quale deporre le proprie uova, affinchè siano le sue larve ad essere nutrite fino a potersi impupare e poi sfarfallare, a discapito delle larve della vespa ospite, compagne di cella, ma non di destino.

La larva oppure l’uovo parassitati possono essere distrutti completamente dal parassita, allo scopo di nutrirsi delle scorte ad esso destinate oppure, in alcuni casi, la larva del crisidide può attendere in stato di quiescenza lo sviluppo della larva per poi nutrirsene direttamente . Una terza possibilità è data dalla convivenza tra le due larve, nei casi in cui le provviste accumulate all’interno della cella si rivelino sufficienti a nutrire entrambe, così da avere un parassitismo “dolce” che non lascia traccia.

L’adattamento dei crisididi al parassitismo di imenotteri vulneranti non si ferma qui: in caso di aggressione da parte dei legittimi proprietari del nido hanno evoluto un adattamento che permette loro di chiudersi a sfera, ritraendo antenne e zampe in appositi alloggiamenti dell’esoscheletro posti sulla superficie ventrale, mentre il tegumento della superficie dorsale è sclerotizzato e indurito, proprio per resistere alle punture.

La scelta dell’ospite è spesso una scelta di vita, e come tale aiuta molto nell’identificazione delle sottofamiglie.

Ad esempio, Stilbum cyanurum parassita i nidi di fango e quindi delle vespe appartenenti ai generi EumenesChalicodoma e Megachile, tramite il suo ovopositore molto robusto. Nella foto, una femmina molto verosimilmente appartenente alla specie Stilbum cyanurum è stata colta in flagrante, mentre deponeva le uova all’interno di un nido di Chalicodoma sp.

Il mondo degli insetti è quanto mai affascinante e ricco di adattamenti complessi e che sembrano studiati a tavolino, sebbene siano il frutto dell’evoluzione e questo significa in senso darwiniano, del caso che determina l’adattamento più di successo. I crisididi hanno evoluto un comportamento simile a quello di animali molto distanti dal punto di vista filogenetico, i ben più noti cuculi, confermando che in natura gli schemi comportamentali vincenti vengono replicati con altrettanto successo anche da organismi molto diversi tra loro.

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