La cataratta è una patologia dell’occhio che si manifesta attraverso un’opacizzazione del cristallino. Quest’ultimo è una lente localizzata all’interno del bulbo oculare in prossimità dell’iride la cui funzione è quella di convogliare la luce verso la retina. La presenza di cataratta determina la comparsa di un velo opaco che impedisce la normale funzione del cristallino, pertanto chi ne è affetto subisce una riduzione della vista.
In Italia la patologia colpisce l’ 8,5% della popolazione tra i 70 e i 74 anni, il 12,5% nei cinque anni successivi e il 17% di chi supera gli 80 anni[2]. Questa patologia è la prima causa di ipovisione e cecità, pur essendo, nella maggior parte dei casi, reversibile.
Anatomia dell’occhio
L’occhio è l’organo adibito alle funzioni visive ed è localizzato all’interno della cavità orbitaria protetto dalle palpebre. La sua funzione prevede di recepire le radiazioni luminose che provengono dall’ambiente circostante. Queste saranno poi trasdotte in segnali di tipo nervoso che raggiungeranno il cervello, dove avverrà la ricostruzione dell’immagine. Pertanto l’occhio ha una funzione percettiva, successivamente in aree del nostro cervello avviene la vera e propria ricostruzione dell’immagine[1].
La parte anteriore dell’occhio è ricoperta dalla congiuntiva, presente fino al margine corneale. L’occhio è localizzato in una sorta di capsula dove è libero di muoversi. In posizione posteriore alla capsula è presente del tessuto adiposo (chiamato corpo adiposo dell’orbita) la cui funzione è quella di mantenere il bulbo oculare in posizione corretta.
Il bulbo oculare è caratterizzato da 3 membrane[1].
- La membrana più superficiale è la tonaca fibrosa, che presenta in una piccola porzione un contorno circolare ed è trasparente. Il suo nome più comune è cornea. La parte rimanente assume caratteristiche di opacità e prende il nome di sclera.
- La seconda membrana presente è la tonaca vascolare, molto ricca di vasi sanguigni, pigmenti scuri e muscolatura liscia. Nella parte posteriore questa tonaca prende il nome di coroide. Anteriormente invece è costituita dal corpo ciliare e l’iride. L’iride è un diaframma che presenta un foro centrale circolare. Posteriormente all’iride è localizzata la pupilla[1]. La funzione dell’iride è quella di modulare il quantitativo di luce che entra nell’occhio.
- La terza membrana, la più profonda, è la retina. La retina è una membrana di natura nervosa, dalla quale origina il nervo ottico. Tra la cornea e l’iride è presente una camera, che è piena di un liquido incolore, trasparente e fluido, di caratteristiche molto simili all’acqua ed infatti viene chiamato umor acqueo.
In posizione posteriore rispetto a iride e pupilla è presente il cristallino, una lente trasparente e biconvessa, connessa alla regione ciliare[1]. In questa zona è presente un’altra camera, chiamata camera posteriore, anch’essa piena di umor acqueo. Il rimanente spazio, limitato dal cristallino, prende il nome di corpo vitreo, caratterizzato da una sostanza gelatinosa, incolore e trasparente. L’apparato diottrico è costituto dalla cornea, l’umor acqueo, il cristallino ed il corpo vitreo.
L’occhio pertanto viene considerato come una lente convergente, che dispone di elevato potere di rifrazione, quantificabile intorno alle 60 diottrie. Il punto dove convergono i raggi sulla retina prende il nome di fovea. L’asse ottico rappresenta il tratto compreso tra il centro della cornea e il centro della retina[1]. La lunghezza dell’asse ottico ed il potere di rifrazione devono avere dei valori predefiniti, qualora così non fosse, si possono verificare delle ametropie. Si parla di ipermetropia quando l’immagine si forma posteriormente alla retina; si parla invece di miopia quando l’immagine si forma davanti alla retina. Intorno all’occhio sono presenti anche dei tessuti ghiandolari, la cui funzione è quella di secretare le lacrime.
Le funzioni delle lacrime sono molto importanti:
- funzioni ottiche: rende la superficie corneale liscia ed omogenea;
- funzioni metaboliche: nutre la cornea;
- funzioni lubrificanti;
- funzioni di difesa;
- funzioni di pulizia.
I bulbi oculari sono contenuti in due cavità, che prendono il nome di orbite. Le palpebre sono dei veli muscolo-membranosi che hanno la funzione di chiudere l’orbita e quindi esercitare soprattutto funzione protettiva. La congiuntiva è una membrana che riveste la superficie posteriore della palpebre riflettendosi all’indietro, coprendo la superficie anteriore del globo oculare[1].
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Cause della cataratta
L’opacizzazione del cristallino è associata all’invecchiamento e si manifesta per via dell’aggregazione e dell’ossidazione delle proteine che costituiscono il cristallino. La cataratta insorge in individui con età superiore ai 65 anni[2]. Si parla in questo caso di cataratta senile.
Tuttavia l’invecchiamento non è l’unica causa:
- l’opacizzazione potrebbe anche subentrare come conseguenza di un trauma (cataratta traumatica);
- può essere correlata a malattie croniche (diabete, ipotiroidismo, ipertiroidismo);
- può essere un effetto collaterale generatosi in seguito ad assunzione di farmaci a base di cortisone (cataratta secondaria);
- aver manifestato infezioni o infiammazioni croniche agli occhi (uveite), aver subìto interventi di chirurgia oculare;
- avere familiari che sono stati malati di cataratta (si parla in questo caso di cataratta congenita e può insorgere anche in età giovanile)[2];
- il cristallino può diventare opaco anche come conseguenza di una stile di vita non del tutto sano. Sono possibili cause infatti il fumo di sigaretta, la somministrazione eccessiva di alcol, alimentarsi con una dieta povera o priva di vitamine, stare troppo tempo al sole[2].
Diagnosi e intervento chirurgico
La diagnosi di cataratta avviene nella maggior parte dei casi durante un’ispezione da parte dell’oculista, in seguito a un abbassamento della vista[3]. In una prima fase della malattia, definita malattia lieve, un intervento efficace per superare il problema è l’utilizzo di occhiali da vista, ma si tratta soltanto di un intervento temporaneo, poiché la malattia è progressiva. Quando il cristallino diventa totalmente opaco la luce non riesce a raggiungere minimamente la retina, con conseguente totale compromissione della vista. In questi casi è assolutamente consigliabile l’intervento chirurgico. Qualora si aspettasse troppo a effettuare l’intervento il cristallino potrebbe perdere elasticità complicando l’operazione.
Le indagini da effettuate per valutare l’avanzamento della malattia sono[4]:
- ecobiometria (necessaria per scegliere la miglior lente da inserire al posto di quella malandata);
- biomicroscopia dell’endotelio corneale (si valuta lo stato di salute della cornea per prevenire possibili rischi legati all’intervento);
- ecografia bulbare (valuta la morfologia della retina e della cavità interna per evidenziare possibile ostacoli presenti che renderebbero complicato ulteriori analisi);
- esami della retina (Fluorangiografia, Tomografia OCT);
- topografia e tomografia corneale (serve per determinare lo spessore e la forma della cornea);
- campimetria computerizzata e pachimetria corneale.
L’operazione chirurgica prende il nome di facoemulsificazione e prevede la rimozione del cristallino per mezzo di una piccola incisione nell’occhio[3]. L’estrazione avviene successivamente tramite l’utilizzo di una sonda a ultrasuoni che ha la funzione di frammentare il cristallino e aspirare poi i frammenti. Il cristallino viene quindi sostituito con una nuova lente di tipo artificiale e pieghevole in modo da ripristinare la vista. L’incisione praticata per l’estrazione del cristallino viene poi richiusa. È un’operazione effettuata in anestesia locale e dura meno di un’ora. Pertanto a seconda delle condizioni di salute del paziente, può essere effettuata in day hospital con dimissioni il giorno stesso dell’intervento[3].
Spesso accade che la cataratta si manifesti a entrambi gli occhi. In quei casi le due operazioni vengono effettuate in giorni separati, contando almeno due settimane dalla prima operazione. Solitamente la ripresa è abbastanza rapida, ma in alcuni casi potrebbe volerci un po’ di tempo prima di poter tornare a una vita normale. Si consiglia l’utilizzo di occhiali da vista, con la nuova gradazione e l’utilizzo di colliri anti-infiammatori e antibiotici.
Recentemente è stata introdotta un’operazione chirurgica alternativa a quella tradizionale, che prevede l’utilizzo di tecniche laser[3]. I vantaggi nell’utilizzo del laser prevedono l’esecuzione di un taglio corneale più preciso e accurato, di ridurre l’insorgenza di un astigmatismo post-operatorio. Inoltre, è possibile prevedere un posizionamento più preciso della nuova lente per via della possibilità di effettuare un’apertura circolare della capsula. Sono stati evidenziati anche un minor rischio di infiammazione e un più rapido recupero visivo.
Sintomi della cataratta
Il medico può identificare la patologia esaminando l’occhio con un oftalmoscopio o una lampada a fessura. Tuttavia il sintomo preponderante risulta essere la progressiva perdita della vista che, però, inizialmente comporta disagi modesti. Quando l’opacizzazione del cristallino non riguarda più solo una piccola parte, ma progressivamente si estende, allora si avrà:
- visione offuscata o con aloni;
- sensazione di abbagliamento;
- difficoltà nella lettura;
- necessità di cambiare con frequenza la prescrizione egli occhiali da vista;
- cambiamento di colore nella pupilla che può, da nera, diventare giallastra o bianca;
- difficoltà nel distinguere i colori;
- tendenza ad una visione offuscata;
- riduzione della visibilità di notte.
Prevenzione
La prevenzione della cataratta è possibile attraverso una corretta alimentazione, basata su alimenti ricchi di antiossidanti, come sono la frutta e la verdura. L’utilizzo di occhiali da sole che riduce l’esposizione ai raggi del sole è un’altra accortezza da prendere. L’assunzione del cortisone deve essere limitato. Dopo una certa età (intorno ai 50 anni) è consigliabile effettuare delle visite di controllo[3].
Referenze
- Dispensa di Anatomia – amedeolucente.it
- Cataratta – issalute.it
- Cataratta: cosa è, i sintomi e quando operarsi – grupposandonato.it
- Cataratta – humanitas.it
Maria Cristina Rota e Michele Tomanelli