Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare (DCA) caratterizzato da un ciclo di abbuffate seguito da atti inappropriati per evitare l’aumento di peso. Possiamo distinguere due sottotipi:
- Purging con condotte di eliminazione: i metodi di spurgo più utilizzati sono generalmente il vomito auto-indotto, l’uso di lassativi e diuretici (anche se per questi ultimi la prevalenza è minore);
- Non purging senza condotte di eliminazione: eccessivo esercizio fisico e digiuno per cercare di “tamponare” l’eccesso di calorie ingerite.
La sfera psicologica è una componente importante di questo disturbo che è quasi sempre associato a instabilità dell’umore e ad una vulnerabilità alla depressione. A differenza dell’anoressia, la bulimia non comporta una modificazione corporea significativa. Anzi, le persone che soffrono di questo disturbo sono spesso normopeso o leggermente sovrappeso. Per questo motivo non abbiamo alterazioni del ciclo mestruale nella donna.
Conseguenze del vomito auto-indotto
Il vomito ripetuto può dar luogo a lesioni a carico dello smalto dentario, può portare ad un ingrossamento delle parotidi (generalmente bilaterale, riportato nel 10-50% dei pazienti) e ad un incremento delle amilasi. Le amilasi possono esprimere una patologia pancreatica ma anche una patologia delle ghiandole salivari, basta ricercare insieme alle amilasi anche le lipasi, questo ci permette una discriminazione tra i due aspetti.
I pazienti che si autoinducono il vomito lo fanno spesso meccanicamente andando a stimolare l’ugola con le dita o addirittura con l’utilizzo di un corpo estraneo. Con il passare del tempo, l’introduzione della mano in bocca provoca traumi ripetuti e abrasioni cutanee che possono portare ad una formazione callosa sul dorso della mano. Questo reperto caratteristico è indicato come “Segno di Russell”. Inoltre, sono state segnalate diverse anomalie nella cavità orale tra cui:
- erosione dentale
- ridotta portata del flusso salivare
- ipersensibilità dentale
- carie dentale
- malattia parodontale
- secchezza delle fauci
Il reflusso acido, a seguito di frequenti attacchi di vomito auto-indotto e danni agli sfinteri esofagei, può interessare le aree della faringe e della laringe ed è indicato come reflusso laringoflavale. Il contenuto acido rigurgitato può entrare in contatto con le corde vocali e le aree circostanti causando raucedine, disfagia, tosse cronica, sensazione di bruciore alla gola o ripetuti mal di gola.
Conseguenze dell’abuso di lassativi
Anche se meno frequente del vomito autoindotto, l’abuso di lassativi è la seconda modalità di spurgo più comunemente utilizzata nei pazienti con bulimia nervosa. Tra le varie classi di lassativi, quelle più abusate dai pazienti bulimici e quelle associate alla maggior parte delle complicanze mediche, sono i lassativi stimolanti. Questi agiscono rapidamente e direttamente per stimolare la motilità del colon, producendo un grande volume di diarrea acquosa.
Le complicazioni mediche dell’abuso lassativo possono essere suddivise in due categorie principali:
- complicazioni dovute agli effetti sul sistema gastrointestinale
- effetti sistemici dell’ipovolemia (riduzione del volume ematico circolante) e quelli dovuti a disturbi elettrolitici
Gli elettroliti persi per uso lassativo includono cloruro, calcio, bicarbonato e potassio. L’ipopotassiemia (o ipokaliemia) porta a un ulteriore rallentamento della motilità intestinale. L’abuso di lassativi nel lungo periodo comporta l’assottigliamento dei microvilli a livello del colon. Come risultato avremo un transito rallentato o assente che interessa alcuni o tutti i segmenti del colon, portando a feci dure e costipazione refrattaria tale per cui alla fine il colon viene convertito in un “tubo inerte”. Ovviamente, esiste una marcata variabilità individuale dovuta alla diversa suscettibilità degli individui agli effetti di questi lassativi. La perdita della normale funzione del colon può diventare così grave da rendere necessaria una stomia (apertura chirurgica per eliminare effluenti corporei).
Disturbi del comportamento alimentare e sport
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse nei confronti dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) nello sport. Si tratta di un problema diffuso di cui si ha però ancora scarsa conoscenza. La maggior parte degli studi ha evidenziato che gli sport che enfatizzano la magrezza per migliorare la performance e l’apparenza possono aumentare il rischio di sviluppare un DCA.
Molti atleti si sottopongono a regimi dietetici incongrui e non adatti alla pratica sportiva spesso con la possibilità di ritrovarsi in una condizione di iponutrizione. Spesso per ridurre il peso corporeo saltano il pasto, usano indumenti gommati per sudare, si provocano il vomito o usano lassativi.
Gli sport più a rischio sono quelli di endurance come il triathlon e il ciclismo, sport estetici come la danza e la ginnastica artistica, sport con categorie di peso quali, ad esempio, il pugilato, sport che ricercano un basso peso corporeo per la prestazione come l’equitazione e il pattinaggio. Molti dati in letteratura indicano che la prevalenza dei DCA aumenta con il livello della competizione e che addirittura supera quella della popolazione generale.
Conclusioni
Il trattamento della bulimia nervosa, date le numerose componenti non solo biologiche ma anche psicologiche e sociali, andrebbe affrontato con il supporto di un team multidisciplinare che preveda la cooperazione di diverse figure professionali quali: lo Specialista in Scienze dell’Alimentazione per quanto concerne l’identificazione di un adeguato piano alimentare che sia anche sostenibile nel lungo periodo per la persona; il Medico di Medicina Generale per la valutazione delle eventuali complicanze cliniche presenti nonché lo Psicologo-Psicoterapeuta perché la componente psicologica è alla base di tutti i disturbi del comportamento alimentare ed è quindi imprescindibile l’intervento di questa figura.
Referenze
- Mehler P.S., Rylander M. Bulimia nervosa: medical complications. J Eat Disord. 2015;3:12.
- Metzger E.D., Levine J.M., McArdle C.R., Wolfe B.E., Jimerson D.C. Salivary gland enlargement and elevated serum amylase in bulimia nervosa. Biological Psychiatry. 1999;45:1520-1522.
- Sundgot-Borgen J., Torstveit M.K. Prevalence of eating disorders in elite athletes is higher than in the general population. Clin J Sports Med. 2004;14:25–32.
Collegamenti esterni
- Bulimia – fidadisturbialimentari.com