Quante volte abbiamo sentito il detto “vino rosso fa buon sangue”? Sicuramente moltissime. Ma quanto c’è di vero in questa affermazione? È davvero tutto oro (rosso in questo caso) quello che luccica? Le fantomatiche proprietà benefiche del vino rosso sarebbero da attribuire a una molecola antiossidante effettivamente presente nel vino rosso, il resveratrolo.
Ma cos’è il resveratrolo?
Dal punto di vista molecolare e chimico, il resveratrolo si può definire come uno stilbene. Si tratta cioè di una sostanza appartenente alla grande famiglia dei ben più noti polifenoli.
Venne isolato per la prima volta nel 1939 dalle radici del Veratrum grandiflorum, una pianta velenosa utilizzata a scopo curativo in Cina e Giappone. In natura ne esistono due forme: cis-resveratrolo e trans-resveratrolo, delle quali la seconda è considerata la più stabile e attiva.
Quali parti dell’uva contengono resveratrolo?
Sebbene sia considerato tipico dell’uva, in realtà questa molecola viene prodotta da più di 70 specie vegetali in risposta allo stress causato da raggi UV, sostanze tossiche o patogeni vari.
Per quanto riguarda l’uva, in particolare, esso si trova in maggiori quantità nella buccia, nei vinaccioli e nel raspo. Durante la vinificazione, inoltre, il resveratrolo e gli altri polifenoli presenti nell’uva si trasferiscono al mosto, col risultato che alla fine anche il vino conterrà queste sostanze.
Ma il contenuto in resveratrolo del vino dipende moltissimo anche dalle tecniche di coltura e lavorazione dell’uva. Questa sostanza protettiva naturale, infatti, è ovviamente maggiormente presente nelle uve non trattate con pesticidi e fungicidi.
I supposti effetti sulla salute
Secondo uno studio del 2017 di Rauf et al. (un compendio degli studi più recenti sull’uso “medico” del resveratrolo), questa molecola giocherebbe un ruolo importante come agente terapeutico e chemopreventivo nel trattamento di diverse patologie. Mostrerebbe un’efficacia contro diversi tipi di cancro tramite vari meccanismi e avrebbe, inoltre, effetti anti-diabetici, antinfiammatori e antiossidanti su diversi tipi cellulari.
In aggiunta, sembra che il resveratrolo abbia svariati target molecolari. Questo potrebbe portare alla creazione di nuove strategie terapeutiche finalizzate al trattamento dell’aterosclerosi, danno da ischemia/riperfusione, sindrome metabolica e insufficienza cardiaca.
I dati raccolti sono però spesso contraddittori, talvolta incerti, inconsistenti e di certo non definitivi (anche perché spesso effettuati su modelli animali o su cellule). Altri studi confermerebbero, almeno in parte, una potenzialità del resveratrolo nel trattamento di fibrillazione atriale, endometriosi, vari tipi di cancro, placche di beta-amiloide, malattie oculari, e qualcuno ne propone persino l’uso topico tramite cosmeceutici.
È lecito porsi delle domande
Ma vi siete mai chiesti quanti grammi di questa molecola siano in effetti presenti nel vino? Quanto resveratrolo c’è nel famoso mezzo bicchiere di vino rosso che si consiglia di assumere a pasto, soprattutto se paragonato a una molecola come l’alcool, i cui effetti deleteri sulla salute sono ben noti da tempo?
Facciamo qualche conto
Il contenuto di alcool presente in 100 ml di vino rosso 13% vol sarebbe pari a circa 13 ml (circa 10g), mentre quello di trans-resveratrolo (la forma farmacologicamente attiva secondo la maggior parte degli studi) in 100 ml sarebbe pari un valore medio di circa 0,4 mg (circa 4 mg/L).
Quindi in 100 ml di vino rosso possiamo trovare circa 10 g di alcool contro circa 0,0004 g di trans-resveratrolo. Prevalgono quindi gli effetti benefici del resveratrolo o gli effetti dannosi dell’alcool?
Sarebbe bene cominciare a porsi qualche domanda.
Le calorie di un bicchiere di vino rosso
Non dobbiamo peraltro dimenticarci che l’alcool ha un potere calorico di un certo rilievo! Si stima infatti che ogni grammo di alcool fornisca un apporto energetico pari a circa 7 calorie. Non poche, soprattutto calcolando che il fatidico mezzo bicchiere da 100 ml apporta circa 75 calorie.
La dose minima efficace
Avete mai sentito parlare di dose minima efficace? Secondo la definizione data dalla Treccani, essa rappresenta “la più piccola quantità di farmaco capace di produrre un’azione terapeutica”. O, per dirlo in altre parole, la dose di molecola ad effetto farmacologico al di sotto del quale non si registra alcun effetto terapeutico. Nel nostro caso parliamo di dose minima efficace di resveratrolo in grado di apportare benefici per la nostra salute.
Parliamo di quantità
Citando uno studio del 2011 sugli effetti del resveratrolo sulla salute umana svolto da Vang et al., “non vi sono ancora dati scientifici inequivocabili in grado di dimostrare gli effetti del resveratrolo come sostanza in grado di prevenire patologie nell’uomo”. Inoltre si legge, “non vi è ancora sufficiente evidenza scientifica che dimostri un effetto terapeutico del resveratrolo nell’uomo, sia solo che in combinazione con altri composti naturali o formulazioni”.
E ancora, alla domanda su quale sia la dose adeguata da assumere, lo studio risponde che “nell’uomo deve ancora essere stabilita una dose ottimale di resveratrolo da assumere ed essa varierà certamente a seconda dei risultati oggetto di studio”. Inoltre, “la dose proposta, in base a studi effettuati su cavie animali, potrebbe essere compresa tra un centinaio di milligrammi a diversi grammi al giorno, ma sono necessari maggiori studi sull’uomo per confermare queste stime”.
Poca chiarezza
La scienza pare quindi ancora parecchio confusa riguardo alle “linee guida” per l’assunzione del resveratrolo.
La maggior parte dei benefici ipoteticamente derivanti dall’assunzione del resveratrolo è stata verificata, non sempre in modo concordante tra l’altro, solo per colture in vitro e non sull’organismo umano per intero.
La biodisponibilità
Tuttavia, tra le ragioni che mettono seriamente in dubbio l’utilità del resveratrolo ve n’è una ancora più semplice: la biodisponibilità.
Per biodisponibilità si intende la capacità del corpo umano di assorbire una sostanza: la biodisponibilità del resveratrolo è bassissima, in quanto viene metabolizzato molto velocemente. Una dose di 25 mg lascia tracce di concentrazione nel plasma trascurabili e dopo 30-60 minuti circa i valori di picco sono circa 10-100 volte inferiori alle dosi utilizzate negli esperimenti in laboratorio!
La frode scientifica del Dr. Dipak K. Das
Dipak K. Das (1947 – 2013) è stato un professore e direttore del Cardiovascular Research Center presso l’Università del Connecticut Health Center a Farmington, negli USA. Osannato capo della ricerca cardiovascolare dell’ateneo, era detentore di numerosi brevetti e in affari con alcune aziende per la commercializzazione dei principi attivi del vino rosso.
Nel 2009, in seguito a una segnalazione anonima che invitava a osservare con attenzione gli studi da lui pubblicati, l’Università avvia in segreto un’indagine sul suo conto coinvolgendo addirittura l’agenzia federale Office of Research Integrity.
Lo scandalo e il licenziamento
Nel gennaio 2012, a tre anni di distanza, i risultati dell’inchiesta risultano clamorosi. Nei lavori pubblicati da Das si rilevano almeno 145 frodi grossolane, consistenti per lo più nel ritocco di foto delle bande di Western Blotting (una tecnica utilizzata per identificare e misurare i livelli di proteine nei campioni biologici) e in altre manomissioni.
Queste manipolazioni erano state probabilmente dettate dagli interessi economici dello studioso, il quale possedeva brevetti ed era in affari con aziende di integratori. Per questo motivo, tutte le sue ricerche furono immediatamente interrotte e le sovvenzioni ricevute per gli studi sul resveratrolo restituite. L’università notificò queste accuse a 11 riviste che avevano pubblicato i suoi lavori, invitandole a pubblicare smentite e scuse, ed infine avviò un procedimento di licenziamento nei suoi confronti.
Una vicenda emblematica
Successivamente, Das iniziò una causa per diffamazione contro l’Università, richiedendo 35 milioni di dollari di risarcimento, ma morì prima di poter assistere alla conclusione.
Il fatto che persino un luminare della ricerca in ambito cardiovascolare abbia falsificato i suoi dati riguardo agli effetti del resveratrolo sulla salute resta un caso emblematico e pone le basi per ulteriori dubbi sui suoi reali effetti.
Conclusioni
Gli studi scientifici riguardo ai potenziali effetti benefici del resveratrolo sulla salute umana sono ancora molti, ma spesso contraddittori e inconcludenti. Il contenuto in resveratrolo effettivamente presente nel vino rosso non sembra sufficiente a incentivarne il consumo o a propugnarlo come panacea. Bisogna altresì ricordare che la biodisponibilità di questa molecola è molto bassa.
In aggiunta, spesso i test di laboratorio sono condotti esclusivamente in vitro (su cellule) o su modelli animali che non riescono da soli a rappresentare la complessità dell’organismo umano.
Il resveratrolo è senza dubbio una molecola dagli effetti controversi, che è stata anche oggetto di speculazioni economiche e frodi scientifiche, e resterà molto probabilmente oggetto di studi approfonditi ancora per tanti anni.
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