La Brucellosi viene annoverata tra le più comuni zoonosi globalmente distribuite ed è causata da batteri appartenenti al genere Brucella. I Paesi in cui è maggiormente presente sono quelli del Mediterraneo, l’India, l’Asia centrale e l’America Latina. Si manifesta inizialmente con sintomi febbrili acuti per poi progredire in uno stadio cronico con febbre ricorrente, dolori, sudorazione e debolezza. Gli animali interessati dalla zoonosi sono principalmente le mucche, i cani, i maiali, le capre, le pecore e i cervi. Gli uomini possono contrarre l’infezione attraverso il contatto con gli animali infetti oppure consumando gli alimenti derivanti dalla loro trasformazione. Pertanto, la brucellosi rappresenta una minaccia per la salute pubblica umana e animale con conseguente danno economico per il sistema sanitario.
Agente eziologico: Brucella spp.
I casi di brucellosi che si verificano nell’uomo sono causati da ceppi appartenenti alle seguenti specie:
- Brucella melitensis
- Brucella suis
- Brucella abortus
- Brucella canis
- Brucella ovis and neotomae
- Brucella ceti and pinnipediae
Brucella melitensis
I ceppi batterici appartenenti a questa specie sono tra i più patogeni per l’uomo. Le capre e le pecore sono i principali ospiti. Questa specie è stata sradicata negli anni ’70, ma ancora oggi si registrano alcuni casi sporadici negli Stati Uniti d’America. Le cause sono da rintracciare nel consumo di alimenti di origine lattiero-casearia, non pastorizzati, derivanti da paesi in cui la malattia è endemica.
Brucella suis
L’ospite principale di questa specie batterica è il maiale domestico. Grazie agli allevamenti a scopo commerciale, la diffusione del batterio Brucella suis è stata praticamente eradicata in diverse parti del mondo. Tuttavia, ancora oggi risulta comunemente diffuso in alcune aree dell’Asia e dell’America Latina. Bisogna considerare anche l’aumentato numero di cinghiali, mammiferi selvatici molto simili ai maiali, che contribuisce alla diffusione del batterio complicando il controllo della brucellosi.
Brucella abortus
Questa specie è maggiormente presente nei bovini. La sua eradicazione è quasi completa negli Stati Uniti ma si verificano ancora alcuni casi nei bisonti e negli alci selvatici. Questo batterio ha un’ampia diffusione giustificata dal gran numero di bovini distribuiti nel mondo e il suo nome è dovuto alla capacità di causare aborto nell’animale infettato.
Brucella canis
Dato che l’ospite principale è il cane, chi è a stretto contatto con questo animale come gli allevatori, i padroni e i veterinari è a rischio. I cani infettati manifestano sintomi che colpiscono principalmente l’apparato riproduttivo accompagnati talvolta anche da altri disturbi. Nell’uomo, l’infezione da Brucella canis può essere diagnosticata con estrema difficoltà perché si presenta con sintomi aspecifici e i test diagnostici a disposizione non sono molto sensibili.
Brucella ovis and neotomae
Brucella ovis, come facilmente intuibile dal nome, infetta gli ovini e la trasmissione è venerea. Si diffonde attraverso il rilascio di liquido seminale infetto e le lesioni interne che si verificano sono molto simili a quelle causate da ceppi di Brucella abortus.
Brucella neotomae, il cui primo isolamento è stato eseguito nei ratti del deserto, viene classificata come specie patogena di livello 2. Numerosi sono gli studi in corso per accertarne la patogenicità in caso di trasmissione nell’uomo.
Brucella ceti and pinnipediae
Queste due specie sono state recentemente isolate nei mammiferi marini e pochi casi sono stati diagnosticati nell’uomo e indicati con il termine di neurobrucellosi.
Tra tutte le specie elencate, Brucella abortus, Brucella melitensis e Brucella suis sono stati classificati come agenti selettivi con la capacità di evolvere in agenti bioterroristici e sono le specie maggiormente responsabili di brucellosi umana.
In generale, questi batteri penetrano attraverso lesioni presenti sulla cute o nelle mucose e viaggiando nel sangue raggiungono gli altri distretti corporei diffondendosi in tutto l’organismo umano e animale.
La trasmissione dall’animale all’uomo
La sorgente di infezione è rappresentata dagli allevamenti animali e dal consumo di alimenti crudi che da essi originano e che non subiscono processi di pastorizzazione come i prodotti caseari crudi.
- contatto diretto con le secrezioni e le escrezioni degli animali infettati da Brucella spp.
- consumo di prodotti alimentari di provenienza da animali infetti (carne cruda o poco cotta, latte crudo, prodotti lattiero-caseari non sottoposti a processi capaci di abbattere la carica batterica presente)
- inalazione di goccioline di aerosol contenente materiale infettante
- trasmissione uomo-uomo (rara ma possibile)
I casi di trasmissione della brucellosi da una persona ad un’altra che sono stati descritti fino ad oggi non raggiungono numeri alti. Le modalità più comuni di trasmissione sono quella transplacentare, cioè dalla madre al feto tramite la placenta, e la trasmissione tramite l’allattamento al seno. Questo accade quando la madre infetta, non manifestando i sintomi in alcuni casi oppure non sottoponendosi ad alcun trattamento terapeutico trasmette così l’infezione al nascituro. Tuttavia, sono stati registrati anche dei casi in cui la brucellosi è stata trasmessa attraverso il trapianto di organi, i rapporti sessuali e le trasfusioni di sangue.
Metodi diagnostici
Per determinare la modalità di trasmissione vengono messi in atto diversi metodi diagnostici e in alcuni casi può esserne usato più di uno. Infatti, una diagnosi definitiva richiede l’isolamento dell’agente patogeno oppure alti livelli di anticorpi. Da considerare che l’isolamento del microrganismo non è così semplice, richiede molto tempo ed è anche pericoloso. Infatti, deve essere eseguito da personale di laboratorio altamente qualificato. Per queste ragioni, i metodi sierologici sono quelli di gran lunga maggiormente impiegati per la diagnosi della brucellosi.
L’amplificazione tramite PCR del DNA batterico isolato da campioni biologici e l’emocoltura, la coltura di un campione di sangue su terreni ricchi di nutrienti che permettono la crescita di eventuali batteri in esso presenti, sono spesso utilizzati in combinazione per un’ulteriore conferma della diagnosi. All’emocoltura si aggiungono anche la coltura del liquido cerebrospinale e del midollo osseo nonché i test sierologici. Questi ultimi non sono affidabili per la determinazione dei casi di brucellosi causati da B. canis mentre l’emocoltura è considerata indispensabile.
Quali sono i sintomi della brucellosi?
La brucellosi ha un periodo di incubazione che può variare da circa 5 giorni fino a diversi mesi con una media di 2 settimane. La sintomatologia della brucellosi comprende numerose manifestazioni, alcune delle quali possono essere presenti per un lungo periodo di tempo. La malattia può insorgere improvvisamente manifestandosi con eventi febbrili acuti e una sensazione di malessere generale. Talvolta, l’esordio può essere può essere più lento con dolori lievi che si insinuano con il tempo e un innalzamento della temperatura corporea solo verso sera.
In generale, i sintomi della brucellosi includono:
- febbre (può raggiungere i 40-41°C)
- mal di testa
- sensazione di malessere
- dolori muscolari
- anoressia
- debolezza
- diarrea
- irritabilitÃ
- insonnia
- depressione
Alcuni sintomi possono permanere e manifestarsi a intermittenza, anche a distanza di periodi molto lunghi. Tra questi si elencano:
- eventi febbrili ricorrenti
- artrite
- endocardite
- affaticamento cronico
- depressione
- ingrossamento della milza, del fegato e dei testicoli
La brucellosi può essere fatale in una percentuale di pazienti inferiore al 5% e di solito si verifica in presenza di complicanze come le endocarditi oppure disturbi del sistema nervoso centrale. In quest’ultima circostanza si parla di neurobrucellosi.
Come si cura la brucellosi?
Il ricovero in ospedale può variare da qualche settimana a un paio di mesi. La durata dell’ospedalizzazione dipende dalla gravità con cui la brucellosi si manifesta. Il trattamento antibiotico che generalmente viene applicato prevede: doxiciclina in combinazione con rifampicina o ciprofloxacina; la terapia antibiotica combinata consente di evitare recidive.
Durante le fasi acute della brucellosi è fortemente raccomandata la sospensione di ogni attività con conseguente allettamento del paziente. Inoltre, nei casi in cui si verifichino delle complicanze come quelle precedentemente descritte, è necessario prolungare i tempi di ricovero e di trattamento. Oltre alla terapia antibiotica può essere necessario intervenire chirurgicamente, in particolare nei casi di neurobrucellosi.
Sebbene il paziente guarisca dalla brucellosi, è opportuno sottoporlo a continui controlli che vengono ripetuti anche dopo un anno per escludere ogni possibilità di recidive.
La brucellosi si può prevenire?
Prevenire la brucellosi è possibile, basta evitare il consumo di alimenti di origine animale crudi o poco cotti. Nel caso di prodotti caseari, accertarsi sempre che siano stati pastorizzati. I professionisti che lavorano a stretto contatto con gli animali, come ad esempio gli allevatori e i veterinari, devono osservare le buone norme igieniche, indossare indumenti protettivi ed evitare il contatto con secrezioni ed escrezioni che potrebbero contenere il patogeno. Agli allevatori viene raccomandata l’applicazione delle misure di controllo previste che includono la sorveglianza degli animali e l’abbattimento di quelli risultati positivi ai test.
Al momento non esiste un vaccino per l’uomo e quello animale è un vaccino vivo-attenuato. L’immunità acquisita dopo un caso di brucellosi ha una durata piuttosto breve che corrisponde a circa due anni.
Conclusioni
La brucellosi è una malattia infettiva causata da ceppi batterici appartenenti al genere Brucella, colpisce gli animali e può trasmettersi all’uomo tramite il contatto diretto o il consumo di alimenti contaminati. Può avere un decorso acuto con sintomi diversi che il più delle volte includono eventi febbrili anche a intermittenza e una sensazione di malessere generale. I trattamenti terapeutici prevedono cure antibiotiche combinate che escludono il manifestarsi di recidive; la mortalità è bassa e spesso associata al verificarsi di complicanze. La vaccinazione umana non è prevista ma il rispetto di alcune regole igieniche permette di prevenire il contagio e la diffusione della malattia.
Referenze
- Hassouneh L. et al., 2019. An Outbreak of Brucellosis: An Adult and Pediatric Case Series. Open Forum Infect Dis. 30;6(10):ofz384. doi: 10.1093/ofid/ofz384
- Kang et al., 2019. Brucella neotomae recapitulates attributes of zoonotic human disease in a murine infection model. Infection and Immunity 87:1 e00255-18
- Tuon et al., 2017. Human-to-human transmission of Brucella- a systematic review. Trop Med Int Health. May;22(5):539-546
- Gupte and Kaur, 2015. Diagnosis of Human Brucellosis. J Trop Dis, 4:1
Collegamenti esterni
- Humans and Brucella Species – Centers for Disease Control and Prevention
- Brucellosis:Â Brucella suis –Â Â The Center for Food Security and Public Health
- Brucellosis:Â Brucella canis –Â The Center for Food Security and Public Health
- Brucellosi – Manuale MSD