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Biocenosi

Zonazione, indici di similiarità e competizione

Una comunità in ecologia, nota come biocenosi, è definita come un insieme di specie che vivono nello stesso biotipo: ossia un’area in cui le condizioni ambientali sono costanti.

Struttura fisica di una comunità

La struttura fisica di una biocenosi è influenzata da fattori biotici (es. distribuzione spaziale degli organismi) e da fattori abiotici (es. luce, corrente acquatica, etc.). Ogni comunità, escluse quelle del polo artico e antartico, ha una struttura verticale: in acqua è determinata da fattori abiotici, sulla terra è determinata dalle piante. Sulla terra la vegetazione determina le condizioni microclimatiche di temperatura, irraggiamento e umidità. In acqua ciò è determinato dalla colonna d’acqua stessa. Gli animali si distribuiscono su diverse fasce verticali: il plancton, ad esempio, durante il giorno si trova nella zona fotica per nutrirsi e di notte scende nella zona afotica per scappare da predatori.

Si possono suddividere le specie di una biocenosi in:

  • Specie basali: spesso sono i produttori primari (vegetazione); sono solo predati e non predano
  • Specie intermedie: mangiano le specie basali e sono a loro volta predate
  • Predatore terminale: preda le specie intermedie
Struttura di una comunità

Interazione tra specie

Le interazioni sono necessarie per l’acquisizione dell’energia per il metabolismo, la crescita e la riproduzione. Una gilda è un gruppo di organismi appartenenti a specie diverse che utilizza con modalità simili un insieme di risorse trofiche. Queste specie interagiscono spesso in modo molto forte. Un tipo funzionale è invece un gruppo di specie con comune risposte all’ambiente, con ciclo vitale simile o con ruolo simile nella comunità. Queste specie sfruttano la stessa combinazione di risorse.

Leggi anche: Nicchia ecologica: tipologie, differenze ed esempi

Zonazione

La zonazione è la varianza nella struttura chimica e biologica delle biocenosi allo spostarsi all’interno di un paesaggio, è una variazione spaziale della struttura della comunità. Organismi caratteristici, anche se mobili, spesso colonizzano un solo strato verticale (es. decompositori nel suolo). Gli organismi dominanti sono utilizzati per classificare le comunità o gli strati di questa (es. scogliera corallina). Tra i vari strati si verificano grandi scambi di materiale ed energia e la composizione in specie di ciascuno strato può variare giornalmente e stagionalmente. Con il variare delle condizioni e delle specie presenti varia la distribuzione delle specie stesse e si ha quindi la zonazione.

Indici di Similarità

Quando la composizione in specie, le specie dominanti e le abbondanze cambiano gradualmente, i confini tra comunità non sono netti. Occorrono quindi misure di diversità o similarità per confrontare diverse comunità.

Indice di Sorensen: misura il grado di similarità tra due comunità. Viene indicato con CC che sta per Coefficiente di Comunità. Fissato c = specie in comune, s1 = totale specie comunità 1, s2 = totale specie comunità 2, si ha: CC=2c / (s1+s2)

Similarità percentuale (SP): tiene conto sia della presenza/assenza di specie sia delle abbondanze relative delle specie nelle due comunità. È la sommatoria delle percentuali più basse delle specie condivise dalle due comunità

Competizione

Parlando di una comunità bisogna tenere conto dei tipi di competizione che possono instaurarsi tra le specie che compongono la data comunità. Durante lo studio di una comunità, l’interesse può focalizzarsi su una singola specie che la compone detta appunto specie focale. La competizione singola prevede che la specie focale competa con una sola altra specie. La rimozione di questa specie provoca una risposta forte della specie focale. La competizione diffusa è invece una competizione in cui una specie subisce l’influsso di numerose altre specie che utilizzano risorse comuni fino a quasi esaurirle; è l’effetto totale di più competitori sulla specie focale.

La rimozione di un singolo competitore determina una risposta debole da parte della specie focale. La rimozione di tutti i competitori si traduce in una risposta significativa. Infine, la competizione apparente ha luogo quando una sola specie di predatore si ciba di due specie di preda. In questo modo, le due specie sostengono una densità di predatori sempre più alta, accrescendo di riflesso il tasso al quale le prede sono consumate. Come risultato, la densità di entrambe le specie di prede si riduce, suggerendo un’interazione di tipo competitivo. Le due specie non competono per risorse comuni ma si influenzano a vicenda indirettamente.

Esempio di competizione apparente: l’afide delle ortiche e quello delle graminacee sfruttano piante diverse come habitat e cibo. Le due specie sono entrambe predate dalla coccinella. Se aumenta la popolazione di un afide attira più coccinelle che di conseguenza prederanno anche l’altro afide diminuendone la densità.

Fonte: Elementi di ecologia, di Thomas M. Smith e Robert L. Smith. Pearson editore.
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