L’Amorphophallus titanum, noto anche come aro gigante o aro titano, è una pianta tropicale che presenta lo spadice più grande in natura. Spesso, è erroneamente scambiata con la pianta col fiore più grande, nonostante questo titolo vada a Rafflesia arnoldii. Lo spadice è infatti un’infiorescenza, ossia un insieme di fiori, dalla peculiare forma allungata e sporgente; esso si ritrova anche in molte piante da vaso, come le comuni calle o quelle appartenenti al genere Anthurium. Per lo sgradevole odore che questa infiorescenza emana, Amorphophallus titanun, in indonesiano, è noto come bunga bungkai che vuol dire “fiore cadavere”.
Morfologia
Amorphophallus titanum è una particolare erba perenne, ciò significa che un singolo individuo può vivere anche più di un anno.
Bulbo e radici
L’aro titano si sviluppa prevalentemente sotto terra (parte ipogea) con una struttura bulbosa. Similmente ad altre piante bulbose, come la cipolla o il giglio, presenta un apparato radicale fascicolato, fatto di numerose radici che si diramano al disotto della superficie. Da questo bulbo, a seguito del deperimento dei fiori, cresce annualmente una grossa foglia che può raggiungere i 3 metri di altezza.
Foglia e fusto
La parte epigea della pianta, ossia quella che emerge dal terreno, è costituita solamente dallo spadice con i fiori e da una grossa foglia. Il fusto è infatti cortissimo e anch’esso ipogeo: questa caratteristica è tipica di numerosissime erbe perenni in quanto permette di sopravvivere alla stagione fredda sotto terra, lontano dalle condizioni ambientali avverse.
Quando la pianta non è in fiore, dal terreno cresce una singola foglia. Questa è composta da numerose foglioline, che non sono vere e proprie foglie, ma propaggini di un’unica grande foglia utili ad aumentare la superficie fotosintetica (vedi fig. 1, Leaf Cycle). A seguito della morte di questa foglia la pianta entra in una fase dormiente di alcuni mesi dove accumula energie per produrre nuove radici, una nuova foglia e una nuova infiorescenza, a compimento così di un ciclo che si ripete ogni 1-2 anni[1].
Infiorescenza o spadice
Lo spadice è certamente la struttura che contraddistingue questa pianta, dal momento che può raggiungere i 3 metri di altezza. Esso è un’infiorescenza, ossia una particolare struttura costituita da un fusto e da dei rami alle cui estremità si sviluppano i fiori. In Amorphophallus titanum, lo spadice cresce centralmente all’asse della pianta ed è di forma allungata. Attorno si sviluppa una particolare foglia, verde scura con tonalità rosse, che viene detta brattea.
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I fiori in questa specie sono particolarmente piccoli e sullo stesso spadice sono presenti sia quelli maschili che quelli femminili, questi ultimi di un colore rossastro. La pianta si dice dunque monoica, in quanto presenta appunto fiori di entrambi i sessi sullo stesso individuo. I fiori maschili si aprono generalmente qualche giorno prima rispetto a quelli femminili. Questo accorgimento è volto ad evitare l’autoimpollinazione. La fioritura solitamente dura pochi giorni. A seguito dell’impollinazione dei fiori, si sviluppano i frutti, piccole bacche di colore rossastro.
Impollinazione
Presentando dei fiori poco vistosi, il compito di attrarre gli impollinatori ricade proprio sullo spadice. L’impollinazione è incrociata, ossia il polline è portato dalle antere di una pianta (organi maschili) agli stigmi di fiori di una pianta diversa (organi femminili); l’impollinazione avviene inoltre attraverso gli insetti (impollinazione entomogama).
Nel processo di impollinazione lo spadice gioca un ruolo cruciale. Al suo interno la pianta produce molto trisolfuro di dimetile (DMTS), una molecola dall’odore pungente simile alla carne in putrefazione. Oltre a questo composto, sono presenti anche altre molecole contenenti zolfo, trietilammina e alcuni alcol aromatici come il fenolo e l’alcol benzilico[3].
Questo cocktail molecolare serve ad attrarre un particolare gruppo di coleotteri, i silfidi, che vivono proprio in cadaveri di animali o in altre parti organiche in putrefazione. Una volta giunti sullo spadice di Amorphophallus titanum, i coleotteri vengono ricoperti di polline che verrà trasportato poi al fiore successivo.
La consistenza dello spadice e il colore rossastro della brattea contribuiscono all’illusione che rende questa pianta irresistibile per i coleotteri. In aggiunta, durante la fioritura, lo spadice si riscalda, imitando alla perfezione un pezzo di carne in putrefazione. Questo aumento di temperatura si è probabilmente evoluto come meccanismo per la volatilizzazione dei composti odorosi, in quanto permette di spargerne efficacemente le molecole e il loro odore di putrescenza. I fiori di questa pianta non producono nettare, contrariamente alla maggior parte delle piante impollinate da insetti. Ciò suggerisce che i coleotteri impollinatori si spostino di fiore in fiore, attratti semplicemente dall’odore emesso dallo spadice.
Distribuzione geografica e conservazione
L’aro titano è una pianta tropicale che si trova esclusivamente sull’isola di Sumatra, in Indonesia. In particolare, cresce solo sulla porzione occidentale di Sumatra, all’interno della foresta tropicale e sulle colline che caratterizzano quella regione. Questa pianta costituisce dunque uno dei tanti endemismi che quest’isola propone; un endemismo rappresenta una specie esclusiva di una determinata area.
Va sottolineato che Amorphophallus titanum è a rischio d’estinzione, così come d’altronde molte altre specie vegetali e animali endemiche di Sumatra. In particolare, le attività di acquacoltura e agricoltura svolte dall’uomo sono una delle cause principali dell’erosione della biodiversità che si verifica in Indonesia. A causa del suo limitato areale e del ridotto numero di individui adulti in natura (non più di 1000), la pianta è inserita nella lista rossa IUCN come pianta “endangered“, ossia minacciata[2].
Per motivi conservazionistici, oltre che estetici, questa pianta si può trovare in numerosi giardini botanici, di cui il più famoso esemplare è certamente quello osservabile al New York Botanical Garden.
Classificazione ed evoluzione
L’aro titano fa parte della famiglia Araceae, un raggruppamento di piante prevalentemente erbacee che presentano tutte uno spadice. Questa famiglia racchiude oltre 3000 specie, distribuite per lo più nelle regioni tropicali sia del Vecchio che del Nuovo Mondo[2].
Le Araceae rientrano a loro volta nella classe Liliopsida, meglio note come monocotiledoni. Il ramo delle aracee si pensa essere uno dei primi ad essersi diversificato all’interno del macrogruppo delle monocotiledoni. Nonostante dunque la complessità anatomica e morfologica dello spadice, sembra che questa soluzione evolutiva sia comparsa precocemente nella storia delle monocotiledoni.
Conclusione
L’Amporphophallus titanum è sicuramente una delle innumerevoli meraviglie che il mondo vegetale ci può offrire. E come purtroppo spesso accade, è anche una specie a rischio di estinzione. Questo sottolinea ancora una volta l’importanza dei programmi di conservazione sia in situ, ossia nell’ambiente naturale di provenienza, sia ex situ, ossia nei giardini botanici.
Referenze
- University of Connecticut – Amorphophallus titanum (2011);
- IUCN – Titan arum;
- Cornell University – The Spadix Speaks: Cornell’s Titan Arum Blog;
- Walter S. Judd, Christopher S. Campbell, Elizabeth A. Kellogg; Botanica sistematica: un approccio filogenetico; Piccin, 2009.