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Antibiotico-resistenza: ultimi aggiornamenti

Le autorità sanitarie di tutto il mondo lanciano continui allarmi contro la resistenza agli antimicrobici (AMR), e in particolare contro l’antibiotico resistenza (ABR). Due fenomeni che avvengono naturalmente nei microrganismi come forma di adattamento all’ambiente, dovuti alla capacità di questi ultimi di mutare e acquisire la capacità di resistere a molecole potenzialmente in grado di arrestarne la crescita.

È ormai noto che gli antibiotici sono una potente arma in grado di prevenire moltissimi decessi ogni anno. Tuttavia, in seguito a prescrizioni inappropriate e al sequenziale uso smodato degli stessi, hanno portato a un’importante resistenza diventata, ormai, emergenza a livello globale.

I decessi direttamente correlati all’antibiotico-resistenza superano ampiamente il milione mentre, sono quasi cinque milioni, quelli che si possono ascrivere al problema in maniera indiretta. Infatti, l’impatto non si limita solo alla mortalità, ma include anche:

  • ricoveri prolungati;
  • ritardi nella somministrazione delle terapie;
  • aumento delle infezioni post-chirurgiche a causa dell’inefficacia dei protocolli di profilassi impiegati.

Aspetti epidemiologici in Italia

Nel 2021, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha condotto un’indagine in 138 laboratori distribuiti sul territorio nazionale in cui sono stati identificati circa 62.000 patogeni. I dati sugli 8 patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureusStreptococcus pneumoniaeEnterococcus faecalisEnterococcus faeciumEscherichia coliKlebsiella pneumoniaePseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species) hanno riportato che la resistenza si mantiene elevata, seppur con qualche diminuzione, rispetto agli anni precedenti.

Positivi sono i dati relativi alla percentuale di resistenza alle cefalosporine di terza generazione per le quali si registra una diminuzione in Escherichia coli del 2.6%.

Anche se i Gram-negativi sono risultati multiresistenti, la resistenza ai carbapenemi si è mantenuta bassa in Escherichia coli. Un aumento, invece, si è registrato per la specie Pseudomonas aeruginosa che risulta resistente anche a farmaci come piperacillina-tazobactam, ceftazidime, aminoglicosidi e fluorochinoloni, seppur in maniera ridotta rispetto agli anni precedenti.

Per lo Staphylococcus aureus è emersa una buona stabilità mentre si è osservato un trend in aumento in Enterococcus faecium resistente alla vancomicina.

Si sono registrati risultati buoni per lo Streptococcus pneumoniae, nel quale si è osservata una diminuzione della percentuale di isolati resistenti alla penicillina[1].

Aspetti epidemiologici in Europa

I dati sulla diffusione europea dell’antibiotico resistenza sono annualmente forniti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) che raccoglie i dati attraverso due reti di sorveglianza:

  1. European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net);
  2.  Central Asian and European Surveillance of Antimicrobial Resistance (CAESAR). 

Secondo la rete EARS-Net (che ha analizzato un campione di 29 paesi):

  • 28 paesi hanno riportato dati per E. coliK. pneumoniaeP. aeruginosaAcinetobacter spp., S. pneumoniaeS. aureusE. faecalis e E. faecium), mentre solo uno ha riportato i dati per tutte le specie batteriche tranne S. pneumoniae;
  • le specie più segnalate nei paesi UE/SEE sono state E. coli , S. aureus (22,1%), K. pneumoniae, E. faecalis, E. faecium, P. aeruginosa, Acinetobacter spp. e S. pneumoniae. 
  • nei paesi UE/SEE la combinazione patogeno-antibiotico ha mostrato una tendenza significativa decrescente o nessuna tendenza significativa di resistenza media sulle popolazioni. Fa eccezione l’aumentata resistenza di Acinetobacter spp. sia agli aminoglicosidi che la resistenza combinata e l’aumentata resistenza di E. coliK. pneumoniae e Acinetobacter spp. ai carbapenemi.

Le evidenze provenienti da 16 paesi, raccolti dal CAESAR, hanno rilevato principalmente E. coli, Staphylococcus aureus e K. pneumoniae in numero più alto rispetto al 2020 e numeri elevati di Acinetobacter spp.

Dai risultati CAESAR e EARS-Net ottenuti emerge una concentrazione di AMR nella regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)[1].

Impatto della pandemia Covid-19 sull’antibiotico-resistenza

La pandemia da Covid-19 ha notevolmente accentuato l’AMR.

Secondo un rapporto stilato dal Center for Desease Control and Prevention (CDC), negli Stati Uniti, solo nel 2020 si è registrato un incremento del 15% delle infezioni e dei decessi dovuti ad AMR. Le persone decedute a causa di un’infezione causata da un patogeno antibiotico-resistente sono state 29.400, il 40% di questi casi ha contratto l’infezione in ospedale.

Si suppone quindi che il Covid-19 abbia giocato un ruolo fondamentale. Si stima che l’80% dei pazienti ricoverati per Covid-19, tra marzo e aprile 2020, ha effettuato una terapia antibiotica non necessaria. Inoltre, le lunghe degenze, l’affollamento negli ospedali e anche l’uso inappropriato di farmaci come terapie sperimentali potrebbero aver aumentato il rischio di contrarre batteri resistenti[2]. Tra gli antibiotici usati in modo improprio primeggia l’azitromicina, che è stata testata nelle fasi iniziali della pandemia senza aver avuto precedenti risultati clinici preliminari. Ad oggi, possiamo affermare con certezza che non ha apportato alcun evidente beneficio ai pazienti ricoverati[3].

Una metanalisi condotta da Langford BJ afferma come su una popolazione di oltre 3.000 pazienti Covid-19 ospedalizzati, il 70% di essi sia stato trattato con almeno un antibiotico, sebbene circa solo il 7% avesse una infezione batterica[4].

Consumo di antibiotici

In Italia, nonostante la diminuzione del consumo di antibiotici di circa il 18% sia nel 2020 che nel 2021, nelle fasce 2-5 anni e sopra gli 85 anni, il consumo di antibiotici risulta ancora superiore rispetto alla media europea sia a livello territoriale che a livello ospedaliero.

Il consumo di antibiotici si definisce come numero di dosi giornaliere definite (DDD) per 1000 abitanti al giorno. Nel 2020, il consumo di antibiotici in Italia è stato pari a 17,7 dosi ogni 1000 abitanti. Nel primo trimestre del 2021, l’uso di antibiotici erogato dalle farmacie è stato 10,5 dosi ogni 1000 abitanti[2].  Pur presentandosi evidente un calo, il Rapporto nazionale 2020 sull’uso degli antibiotici in Italia, stilato da AIFA, afferma che gli antibiotici nella penisola vengano prescritti in modo inappropriato in un quarto dei casi. Infatti, i dati ottenuti riguardo le prescrizioni ambulatoriali di antibiotici per specifiche patologie infettive, sottolineano come l’uso inappropriato superi il 25% dei casi per tutte le condizioni cliniche studiate[5].

Piano nazione di contrasto antibiotico-resistenza

Il 2 novembre 2017 è stato approvato il Piano nazionale di contrasto antibiotico-resistenza (PNCAR) (2017-2020 e poi prorogato anche per il 2021). A novembre 2022 il piano relativo al triennio 2022-2025 è passato al vaglio delle regioni dopo essere stato redatto dal Ministero della Salute.

Nello specifico, il PNCAR è lo strumento volto a tradurre la strategia  nella pratica, fornendo delle linee guida coordinate e sostenibili per contrastare a livello nazionale, regionale e locale il fenomeno dell’AMR nel futuro più prossimo. Per mantenere l’efficacia degli antibiotici e tutelare la salute delle persone, dell’ambiente e degli animali è necessario un approccio di tipo multisettoriale, che viene definito one health:

  • promuove l’uso appropriato degli antibiotici;
  • riduce la frequenza delle infezioni causate da microrganismi resistenti in ambito umano e animale;
  • migliora la consapevolezza, educazione e informazione nei professionisti della salute e nei cittadini;
  • aumenta e sostiene ricerca e innovazione[6].

Manuale Antibiotico AwaRE

Per incentivare l’uso consapevole di antibiotici l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha curato l’edizione italiana del “Manuale antibiotico Aware”, traduzione italiana del “The WHO aware antibiotic book” curato dall’OMS. Il testo sarà consultabile tramite l’App “AIFA antibiotici firstline” da febbraio 2023. Consentirà l’approfondimento immediato al personale sanitario e cittadini garantendo così il facile accesso alle informazioni necessarie per un corretto uso degli antibiotici. Le indicazioni presenti nel manuale sono state calibrate, selezionate e adattate al contesto epidemiologico e alla disponibilità di farmaci in Italia per le sindromi più comuni nell’adulto e nel bambino[2].

Referenze

  1. epicentro.iss.it
  2. Federfarma.it
  3. hrs.it
  4. Langford BJ, So M, Raybardhan S, Leung V, Westwood D, MacFadden DR, Soucy JR, Daneman N. Bacterial co-infection and secondary infection in patients with COVID-19: a living rapid review and meta-analysis. Clin Microbiol Infect.
  5. AIFA.gov.it
  6. salute.gov.it
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