Fortunatamente, in Italia non sono numerose le specie animali capaci di mettere seriamente in pericolo la nostra vita; a questa piccola cerchia è necessario prestare particolare attenzione, per evitare spiacevoli inconvenienti. Ecco una breve descrizione degli animali più velenosi del nostro territorio.
Tracina vipera
L’Echiichthys vipera è un pesce di acqua salata che vive lungo le coste del Mediterraneo nei fondali sabbiosi e rocciosi. Sul suo dorso sono presenti delle spine velenose, che solitamente porta abbassate. Queste spine, quando erette, vengono impiegate dal pesce sia per difendersi che per predare. Se calpestate possono penetrare nella pelle di una persona e rilasciare un veleno non mortale ma estremamente doloroso.
Il dolore riscontrato è molto intenso, caratterizzato da un forte bruciore che può diffondersi anche lungo tutto l’arto interessato e perdurare per ore. In alcuni casi, il dolore può condurre a nausea e vomito. Dato che alcune componenti del veleno sono termolabili, cioè si inattivano con il calore, può aiutare molto immergere la zona colpita in acqua calda.
Vedova nera mediterranea
La malmignatta o vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus) è un ragno presente nelle zone tirreniche, in Puglia e in Sardegna, parente molto stretto della vedova nera americana che risulta essere molto più pericolosa e letale dell’aracnide “italiano”. Il termine vedova nera deriva dall’attitudine di uccidere il maschio dopo l’accoppiamento. È riconosciuta facilmente per la presenza di tredici macchie di colore rosso sull’addome nero e, proprio per questa peculiarità, la specie prende il nome di “tredecimguttatus“, parola latina che significa “tredici punti”.
Amante delle praterie e dei luoghi secchi e pietrosi, solo il morso della femmina di malmignatta può provocare sudorazione, nausea, vomito, tremori, cefalea, crampi addominali e raramente morte: in Italia nel 1987, due donne morirono a distanza di un paio di mesi l’una dall’altra, a seguito del morso di malmignatta. Gli esemplari maschi invece non superano il centimetro e non sono capaci di trafiggere la pelle. La quantità di veleno rilasciata nel malcapitato non è tale da poterlo uccidere ma nel caso venga morso un bambino la situazione può drasticamente degenerare.
Vipera dal corno
La vipera dal corno (Vipera ammodytes) è una tra le vipere più velenose non solo nel territorio italiano, ma addirittura in Europa. In Italia si ritrova principalmente nelle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. Caratterizzata da un “corno” morbido e flessibile fatto di carne sulla punta del muso, il colore tipico di questo rettile è solitamente grigio nel caso dei maschi e marrone-rossiccio nel caso delle femmine, con un disegno romboidale di colore più scuro sul dorso.
Di norma non supera il metro di lunghezza. È una specie piuttosto schiva, che risulta poco aggressiva ad eccezione dei casi in cui viene provocata. Il suo veleno danneggia sia il sistema nervoso della vittima che i suoi globuli rossi. Inoltre la vipera dal corno può anche sferrare morsi senza emettere il veleno: ciò si verifica quando il rettile ritiene che la preda non sia abbastanza appetibile. Tra i sintomi di avvelenamento, si rammentano arrossamento e gonfiore della zona colpita dal morso, nausea, vomito, diarrea, collasso cardiocircolatorio e shock con perdita di conoscenza.
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Ragno violino
Concludiamo questa breve rassegna con il famoso ragno violino (Loxosceles rufescens), che negli ultimi tempi ha scatenato molta paura e apprensione. È un ragno di dimensioni ridotte, di colore marroncino che presenta una macchia scura a forma di violino sul dorso. Vive generalmente in ambienti con un clima mite, come ad esempio le abitazioni umane, ed è un animale notturno e dal comportamento schivo e poco aggressivo, che tende a dileguarsi se possibile.
Può accadere che il ragno si rintani all’interno di scarpe, indumenti o biancheria per la casa: pertanto la probabilità di essere morsi aumenta nel caso di in cui il ragno venga schiacciato o si senta attaccato. Il morso non viene percepito immediatamente e non sempre è accompagnato dall’inoculazione di veleno necrotizzante.
Nella maggior parte dei casi, il ragno è responsabile di fenomeni locali di poca rilevanza clinica come arrossamento, prurito e irritazione, mentre in individui debilitati o eccessivamente sensibili il veleno può portare a loxoscelismo, una patologia rara che a livello locale si manifesta con ulcere molto dolorose che possono, nel peggiore dei casi, richiedere un trattamento chirurgico. A livello dell’intero organismo invece insorgono stati febbrili, malessere, dolori muscolari e problematiche a carico dei reni. Molto raramente si arriva al coma e alla morte.
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Sitografia
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Immagine di copertina di Filippo Castellucci.