L’11 novembre a Ladispoli è scappato un leone da un circo. Kimba ha passeggiato per qualche ora per le strade della città laziale e poi è stato catturato, ma non prima di diventare celebre. L’evento ha acceso la discussione sugli animali nei circhi: nei giorni successivi alla fuga del leone sono state molte le proteste di cittadini ed enti sui social e in piazza[1,2]. In effetti, la sensibilità al tema è in crescita a livello mondiale e sono in aumento i Paesi che limitano o vietano questa pratica. Ma cosa dicono gli studi sul benessere degli animali nei circhi? Quali sono i provvedimenti in merito nel mondo e com’è la situazione italiana?
Il #leone a spasso tra le case di #Ladispoli.
Incredibile quello che sta accadendo. pic.twitter.com/lW97h4sphQ— Michele Galvani (@MicheleGalvani) November 11, 2023
I circhi con animali nella storia: dal successo alla crisi
L’uso di animali non umani in spettacoli più o meno cruenti risale a molti secoli fa e ha accomunato molte culture. Gli antenati dei circhi itineranti si sono diffusi dopo il medioevo, diventando molto famosi in Europa e nelle Americhe verso la fine dell’Ottocento. Il primo elefante sfruttato a questo scopo fu portato in New England da Hackaliah Bailey nel 1815. A introdurre animali marini fu il più celebre imprenditore circense mai esistito, Phineas Taylor Barnum (impersonato da Hugh Jackman nel film The Greatest Showman). Nel 1860 acquistò due esemplari di beluga, che però non sopravvissero a lungo poiché venivano tenuti in vasche di acqua dolce. I suoi tentativi successivi furono più fortunati e probabilmente ispirarono a realizzare i primi acquari[3].
Ancora fino a pochi decenni fa i circhi con animali erano una grande attrattiva e un classico dell’intrattenimento. Ma la loro popolarità è in declino. Altre fonti di intrattenimento più diversificate e a portata di mano e l’aumento del costo nel trasporto degli animali (che per un circo itinerante può sfiorare i 10omila euro) sono tra i fattori che hanno messo in difficoltà il settore. Ma, soprattutto, sta emergendo in modo sempre più importante il tema del benessere animale[3-5].
Il benessere animale nei circhi
Negli anni, la situazione degli animali usati a scopo di intrattenimento è generalmente migliorata rispetto al trattamento destinato ai beluga da P.T. Barnum. Anche se in alcuni casi non di molto: per esempio, ancora oggi gli animali sono spesso tenuti in spazi troppo piccoli, come nel caso dei mammiferi marini tenuti nei parchi acquatici, che in natura viaggerebbero mediamente per 100 chilometri al giorno[3]. Migliore la situazione nei bioparchi, che si impegnano a tenere gli animali nel rispetto delle loro necessità e con fini di conservazione.
Nei circhi, però, le criticità sono spesso molte, a partire dal fatto che per l’addestramento spesso vengono usate punizioni con oggetti pungenti o contundenti e che in alcuni casi gli animali sono mutilati. Per esempio, alle tigri possono essere rimossi gli artigli. Senza contare che i viaggi sono spesso rumorosi, movimentati e in spazi troppo stretti e gli esemplari talvolta vengono sottratti al loro ambiente naturale per esibirsi[3,6].
Altro aspetto fondamentale spesso poco considerato sono i bisogni biologici e comportamentali delle specie. In genere, nei circhi si possono vedere leoni, tigri, cavalli, gorilla, elefanti: animali inusuali e impressionanti che attraggono molti visitatori. Ma anche animali che gli esperti giudicano incompatibili con questo stile di vita, perché hanno strutture sociali e abilità cognitive complesse e sono di grandi dimensioni, per cui necessitano grandi spazi, socialità e ambienti cognitivamente stimolanti. Inoltre, gli spettacoli sono rumorosi e spesso richiedono loro di comportarsi in modi non coerenti con il repertorio comportamentale della loro specie[3,6-8].
Alcune ricerche difendono l’uso degli animali nei circhi, sostenendo che talvolta le loro condizioni non sono né migliori né peggiori che in altre condizioni di cattività o persino in natura. Tuttavia, anche laddove ciò fosse vero è idea sempre più diffusa che gli animali non umani debbano poter vivere in modo più libero possibile, indipendentemente dalla volontà umana. Non a caso studi recenti mostrano che la maggioranza o la totalità degli intervistati è contraria all’uso di animali a scopo di intrattenimento[3,5,6,8].
Sempre meno animali nei circhi
L’uso di mammiferi selvatici, in particolare elefanti e grandi felini (leoni e tigri), nei circhi itineranti riflette una visione tradizionale, ma obsoleta, degli animali selvatici. Le esigenze dei mammiferi selvatici non domestici non possono essere soddisfatte all’interno di un circo itinerante; soprattutto in termini di alloggiamento e di capacità di esprimere comportamenti normali. Inoltre, questa pratica ha poco o nessun beneficio educativo, conservativo, di ricerca o economico che potrebbe giustificare il loro uso.
– Federation of Veterinarians of Europe[8]
Attualmente, l’impiego di animali selvatici nei circhi è vietato in 31 Paesi, di cui 6 vietano l’uso di qualsiasi animale non umano, e in alcune aree di altre 7 nazioni. Altri 16 Paesi prevedono delle restrizioni solo in alcuni casi, per esempio solo per quanto riguarda animali catturati in natura o a seconda delle specie (per esempio, il Belgio vieta l’uso di animali selvatici ma consente quello di pappagalli e cammelli, che considera domestici). In altri casi, il tema è in fase di discussione[9].
In Italia una norma che bandisce l’uso di animali nei circhi e in altri spettacoli itineranti è stata approvata nel 2022 e sarà applicata a partire dal 18 agosto 2024. Infatti, i sondaggi nel nostro Paese mostrano che otto persone su dieci sono contrarie alla pratica. Gli oltre 2mila animali oggi impiegati nei circhi italiani, che resteranno di proprietà di chi li ha acquistati, dovranno essere posti nelle migliori delle condizioni possibili, anche grazie a incentivi forniti dallo Stato[10, 11].
Un circo senza animali è possibile
I circhi resteranno, ma saranno incentrati soprattutto sulle esibizioni degli artisti circensi, con acrobazie, equilibrismo, magia, giocoleria e pagliacci. Altre soluzioni vengono dalla tecnologia, come nel caso del tedesco Circus Roncalli e dell’italiano Circus Atmosphere, che negli anni scorsi hanno lanciato spettacoli con effetti speciali e animali virtuali, per emozionare il pubblico nel rispetto della natura[12].
Leggi anche: Gli animali domestici meritano tutela e benessere – Intervista ad Elisa Cezza
Referenze
- AGI, 2023. Un leone scappa dal circo a Ladispoli e si scatena il panico.
- AGI, 2023. “Basta animali nei circhi”. La protesta a Ladispoli dopo la fuga del leone.
- Hu Z., 2023. Positive and Negative Effects of Using Animals as Humans’ Entertainment Purposes. Highlights in Science, Engineering and Technology 69, pp. 142-147.
- Smithsonian Magazine, 2019. German Circus Uses Stunning Holograms Instead of Live Animal Performers.
- Otegui Carles A., Fraiz-Brea J.A. & Araújo Vila N., 2023. The Ethical Attitudes of Generation Z in Spain Toward Animal-Based Tourism Attractions. Tourism: An International Interdisciplinary Journal 71 (2), 285-300.
- Wilson D.A.H., 2017. Circus animals and the illusion of wildness. Early Popular Visual Culture 15 (3), 350-366.
- Iossa G., Souslbury C.D. & Harris S., 2009. Are wild animals suited to a travelling circus life? Animal Welfare 18 (2), 129-140.
- Federation of Veterinarians of Europe. Wild animals do not belong in a circus – Position paper.
- Federal Circus Bill, 2023. Worldwide summary.
- Il Salvagente, 2022. La legge regala una nuova vita agli animali nei circhi. O no?
- Open, 2023. Gli animali nei circhi ancora per un anno, la proroga dal governo che fa imbestialire gli animalisti.
- Sky TG 24, 2022. San Giorgio a Cremano, arriva il circo con animali virtuali. VIDEO.