La migrazione, ovvero lo spostamento periodico di gruppi di animali da uno specifico luogo a un altro, ha sempre affascinato l’umanità , che ha spiegato il fenomeno nei modi più disparati. Ad esempio nell’Antica Grecia si credeva che gli uccelli, durante l’inverno, volassero sulla Luna o si trasformassero in anfibi[1, 2]. Tra gli animali migratori più famosi troviamo sicuramente le rondini e le tartarughe marine, altri sono meno noti ma non si impegnano certamente di meno.
Molte specie di animali, infatti, realizzano viaggi lunghi migliaia di chilometri, talvolta senza nutrirsi o fermarsi. Quali sono, quindi, le migrazioni e i migratori più notevoli?
Il migratore più grande
Il migratore dalle maggiori dimensioni è la balenottera azzurra, Balaenoptera musculus[1]. D’altronde è il più grande animale del mondo, nonché, per quanto ne sappiamo, il più grande che sia mai esistito. La sua lunghezza è di circa 26 metri, come un piccolo yacht, per un peso che raggiunge le 180 tonnellate (quello di circa 30 elefanti)[3].
Questo animale è ampiamente diffuso in “tutti gli oceani” (anche se tecnicamente la Terra è coperta da un unico oceano suddiviso in 4 bacini). Si divide in diverse sottospecie e popolazioni, che vivono in zone differenti e hanno diverse abitudini migratorie. Alcune balenottere azzurre migrano annualmente, altre soltanto periodicamente, altre ancora restano tutto l’anno nelle stesse acque[3].
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Il migratore più piccolo
I migratori dalle minori dimensioni, con una lunghezza di 1-2 millimetri, sono i piccoli pesci e artropodi dello zooplankton, che includono ad esempio le larve dei granchi e i copepodi[1, 4]. Essi effettuano migrazioni giornaliere (nictemerali) nelle acque in cui vivono, marine o lacustri. In particolare si spostano dalla superficie a profondità fino a 1000 metri: si parla infatti anche di migrazioni batimetriche, dal greco bathos (βαθυς), “profondo”. Queste migrazioni, che si pensa siano utili per sfruggire ai predatori, sono anche visibili attraverso i satelliti[5]!
La migrazione più numerosa
Di nuovo allo zooplankton va il premio per la migrazione con maggior numero di individui. A miliardi, infatti, effettuano i loro spostamenti giornalieri nelle acque del mare e dei laghi in cui sono presenti. La loro migrazione è considerata anche la più significativa in termini di biomassa, la massa della sostanza vivente[5].
Questi piccoli animali sono molto importanti, in quanto hanno un ruolo essenziale nel ciclo del carbonio, il processo di “riciclo” dell’elemento del carbonio nell’ambiente[5], oltre a essere una fondamentale fonte di nutrimento: lo zooplankton è infatti alla base di tutte le catene alimentari marine, insieme al fitoplankton (la componente vegetale microscopica dell’oceano)[6].
La migrazione più lunga
Il record per la migrazione più lunga è detenuto dalla sterna artica o sterna codalunga (Sterna paradisaea). Ogni anno questo uccellino del peso di circa 100 grammi (come una cipolla) percorre circa 80mila chilometri in volo, dall’Artide all’Antartide e ritorno. Una lunghezza pari a due volte la circonferenza della Terra! Il record del record – la più lunga migrazione di una sterna codalunga mai registrata – è addirittura di 96mila chilometri[1, 2, 7, 8].
Come fa un volatile così piccolo a realizzare una simile impresa? Il suo piccolo peso, insieme al corpo aerodinamico, lo rende particolarmente adatto per volare. Può anche sfruttare le correnti d’aria, lasciandosi trasportare senza dover faticare per spostarsi. Le sterne artiche, inoltre, sono abilissime cacciatrici: riescono a immergersi e pescare pesci e crostacei senza interrompere il proprio viaggio[8].
Il record della migrazione più lunga fra gli insetti è quella della libellula frecciaerrante, Pantala flavescens. Questo insetto, grazie alle notevoli dimensioni delle proprie ali, riesce a coprire distanze di circa 16mila chilometri: dall’Est dell’Asia al Sudafrica, seguendo i monsoni. Un viaggio impressionante per un insetto che vive pochi mesi. Gran parte degli insetti migratori, infatti, non riescono a terminare il viaggio, per cui si hanno migrazioni transgenerazionali. Nel caso della libellula frecciaerrante occorrono circa 4 generazioni per realizzare la migrazione[2].
La migrazione più lunga fra i mammiferi è quella della megattera (Megaptera novaeangliae), un cetaceo della lunghezza di circa 13-16 metri (circa come un palazzo di 5 piani). Questo animale, annualmente, percorre circa 8,500 chilometri… più o meno come la distanza tra Londra e Pechino! Ma può percorrere persino il triplo di questa lunghezza[1, 2]. Un viaggio notevole anche perché la megattera, come altri cetacei, non si nutre quasi mai durante la migrazione, restando a digiuno per circa un anno. Questo animale, infatti, conta prevalentemente sui propri accumuli di grasso come fonte di energia[2].
La migrazione più lunga non-stop
La pittima minore (Limosa lapponica), un uccello migratore, nel 2009 ha percorso oltre 11600 chilometri volando ininterrottamente. Una migrazione durata 8 giorni senza riposo né nutrimento sorvolando l’Oceano Pacifico. Questi uccelli, infatti, nidificano in Alaska e svernano in Oceania. Generalmente effettuano questa traversata per tappe, fermandosi su isole che si trovano lungo il tragitto; ma possono anche, appunto, volare non-stop, grazie alla loro resistenza e all’ampiezza alare di circa 70 centimetri (come un braccio umano)[1, 2, 7].
La migrazione più “alta”
Il record per la maggiore altitudine raggiunta in migrazione è dell’oca indiana (Anser indicus), che raggiunge i 9mila metri sopra il livello del mare[1]. Sorvola infatti la catena dell’Himalaya, provenendo dalla zona della Mongolia per andare a svernare in India. Una capacità di resistenza straordinaria, in quanto a quelle altitudini l’ossigeno è circa il 10% di quello che possiamo respirare al livello del mare. Senza contare che per sorvolare questa catena montuosa l’oca indiana non può neanche sfruttare le correnti d’aria: il suo volo verticale è ottimizzato grazie alle sue grandi ali e al particolare modo di volare. Inoltre, poiché effettua la migrazione di notte, evita il consumo di energia che deriva dal dover disperdere calore[7].
Quali animali migrano?
Normalmente quando pensiamo a un animale migratore ci viene in mente un uccello, come la cicogna. In effetti gli uccelli sono la classe di animali più studiati relativamente alla migrazione, in quanto facilmente osservabili e allevabili. Non è invece altrettanto facile documentare gli spostamenti degli animali migratori marini, poiché tutto si svolge sott’acqua. Gli animali migratori, comunque, sono presenti in tutte le classi[2, 4].
- Uccelli migratori. Sono moltissimi: ad esempio, quasi la metà degli uccelli che nidificano nell’America settentrionale effettuano migrazioni e in Europa oltre il 60% sono migratori parziali o totali[2]. Un esempio di uccelli che migrano camminando è quello dei pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae), i quali ogni anno percorrono circa 13mila chilometri (equivalente alla distanza fra New York e Nuova Delhi)[7].
- Mammiferi migratori. I mammiferi che compiono le migrazioni più lunghe sono i cetacei, come le megattere (Megaptera novaeangliae) e le focene comuni (Phocoena phocoena). Altri migratori notevoli sono gli ungulati (come le renne, Rangifer tarandus, e quelli della savana africana)[1, 2, 4]. La maggiore migrazione di mammiferi in Africa è però quella del pipistrello Eidolon helvum. Questo chirottero, infatti, ogni anno migra in gruppi di milioni. Circa il 3% delle specie di pipistrelli conosciute effettua migrazioni, ma il fenomeno è poco conosciuto per le difficoltà riscontrate nel suo studio[9].
- Rettili migratori: oltre alle Caretta caretta, fra le Testudines che migrano sono molto note le tartarughe verdi (Chelonia mydas). Durante il periodo riproduttivo nuotano dal Brasile fino al luogo dove sono nate, l’isola di Ascensione, per deporre le uova[2, 4]. Anche altri rettili, come Crotalus viridis, sono talvolta indicati come migratori, anche se vi è disaccordo in proposito.
- Anfibi migratori. Un esempio nostrano è il rospo comune (Bufo bufo), che intorno ad aprile si sposta verso i suoi siti di riproduzione transitando persino sulle strade. Anche le migrazioni di alcune specie di Rana e alcuni tritoni sono note, sebbene meno studiate[2, 4].
- Pesci migratori. Troviamo migratori sia tra i pesci cartilaginei sia tra i pesci ossei. Esempi di condroitti migratori sono la Mobula munkiana e gli squali balena (Rhincodon typus). Tra gli osteitti troviamo anguille, alcune specie di tonno, storioni comuni (Acipenser sturio) e salmoni (tra cui si annoverano Oncorhynchus e Salmo spp.)[1, 2, 4].
- Artropodi migratori. Per questi animali la migrazione di solito è intergenerazionale, in quanto il ciclo vitale dell’individuo è più breve della migrazione stessa. Tra gli artropodi migratori si annoverano, ad esempio, alcuni coccinellidi, diverse specie di granchi, circa 250 specie di farfalle (come la farfalla monarca) e almeno 40 specie di libellule. Le locuste (Schistocerca gregaria) sono famose per le loro emigrazioni effettuate a miliardi che coprono aree pari a un migliaio di chilometri quadrati (come un terzo della superficie della Valle d’Aosta)[1, 2, 4]. Â
Leggi anche: Senza confini: le straordinarie storie degli animali migratori – Francesca Buoninconti.
Referenze
- Silke Nebel, 2010 – Animal Migration. Nature Education Knowledge 3(10):77.
- Francesca Buoninconti, 2019. Senza confini: le straordinarie storie degli animali migratori. ISBN: 978-88-75-78801-8. Leggi qui la nostra recensione.
- The Society for Marine Mammalogy – Balaenoptera musculus (the blue whale).
- Sapere.it – Migrazione.
- Behrenfeld, M.J., Gaube, P., Della Penna, A. et al., 2019 – Global satellite-observed daily vertical migrations of ocean animals. Nature 576, 257–261.
- Encyclopaedia Britannica – Zooplankton.
- Bird Life International, 2018 – Migration marathons: 7 unbelievable bird journeys.
- Leonardo Parigi, 2020 – Sterna Artica: Cosa Mangia? Dove vive? Migrazione? Osservatorio Artico.
- Vincenzo Ferri, 2016. Le migrazioni dei chirotteri europei. Gazzetta Ambiente, 2016 (5):87-97. Migrazione e dispersione nel mondo animale e vegetale.