L’allergia al Nichel viene comunemente ricondotta ad un fastidio esclusivamente dermatologico, causato dall’utilizzo di bottoni, gioielleria o cerniere di un metallo non trattato. Questo pensiero però non è completamente esatto. Infatti il Nichel si trova in moltissimi alimenti. Una domanda sorge spontanea. “Un metallo pesante come può essere presente nel cibo soprattutto di origine vegetale?” Per rispondere dobbiamo fare un salto indietro negli anni ’60 nel pieno dello sviluppo moderno dell’agricoltura. Durante questo periodo storico ci fu una grandissima crescita rurale che portò all’introduzione smodata di fertilizzanti, pesticidi ed ormoni, questi contenevano metalli pesanti che durante tutto il loro utilizzo sono andati ad annidarsi negli strati più profondi del terreno, tanto da portarli fino ai nostri giorni.
Questo ovviamente ha causato la presenza del Nichel in moltissime verdure e in tantissima frutta, rendendo impossibile la loro assimilazione da coloro che soffrono di questa allergia.
Per capire se si è soggetti sensibili ai metalli pesanti prima di tutto si devono riconoscere alcuni sintomi: diarrea, gonfiore addominale, eritemi, aumento di peso, difficoltà nella digestione, stanchezza ed emicranee. E’ giusto sottolineare che ogni persona può presentare tutti questi sintomi o solo alcuni, perciò è corretto procedere con esami ulteriori, uno dei più utilizzati e meno invasivi è il PRICK TEST.
Si può reperire in farmacia senza ricetta rossa del medico al costo di 22€, è un piccolo cerotto che va applicato a metà schiena e lasciatovi per circa 72 ore, durante questo periodo è obbligatorio non entrare in contatto con l’acqua nel punto dove si messo l’adesivo. Allo scadere del tempo, precedentemente indicato, si può asportare il cerotto.
A seconda del colore della pelle, dalla presenza di un lieve o forte eritema si potrà quasi con certezza diagnosticare l’allergia, è comunque consigliabile rivolgersi sempre ad un medico specialista.
Altri metodi per verificare questo tipo di allergia sono:
- analisi del sangue specifiche e la gastroscopia, la quale è seriamente invasiva e dai tempi molto lunghi.
Allergia al Nichel, cosa non devo mangiare?
Risultando soggetti allergici si dovranno eliminare molti alimenti: arachidi, avena, cacao, burro di cacao, pomodoro, concentrato di pomodoro, legumi, mandorle, nocciole, noci, alimenti conservati in recipienti di metallo (quindi si può mangiare solo il tonno in vetro), cavoli, cavolfiore, fagiolini, pane e farine integrali, riso integrale, margarina, lievito in polvere (quello per dolci), mais e tutti i suoi derivati, mitili, crostacei, pesce azzurro, patate piselli, spinaci, prugne secche, soia, albicocche, broccoli, pere, uva passa, avocado, carote, lattuga, fichi, funghi, thè e rabarbaro.
Allergia al Nichel, cosa devo mangiare?
Si possono assimilare invece: pesche, anguria, meloni, fragole, mele, caffè, pesce escluso quello precedentemente scritto, polpo e simili, yogurt (preferibilmente bianco e solo di origine animale), farina di grano tenero 00 o 0 non di altro genere, farina di grano duro, birra, lievito di birra (anche disidratato però meglio in cubetti), zucca, zucchine, melanzane, cetrioli, agrumi, carne tutta quanta, peperoni ( meglio verdi e rossi), uova, latte (di origine animale), burro (di origine animale), zucchero bianco e di canna, vino ed uva.
Questa allergia mette di fronte alla rinuncia di moltissimi alimenti, rendendo la propria dieta molto difficoltosa, ma vi posso garantire in prima persona, visto che ne sono affetta, che i risultati si vedono soprattutto perchè tutti i sintomi spiacevoli spariscono.
E’ il momento che ci sia molto più informazione su questo tipo di allergia e che si apra gli occhi su come i soggetti dall’essere pochissimi possano aumentare a dismisura, come sta succedendo negli ultimi tempi con i celiaci.