Se sei una donna in gravidanza e ogni tanto vorresti bere qualche bicchiere di vino, potresti ricevere informazioni contrastanti. Alcuni medici ti raccomandano di eliminare completamente il consumo di alcool in gravidanza; altri invece ti permettono di assumere bevande a basso tasso alcolico occasionalmente. Che il consumo regolare di alcool possa portare a malformazioni del futuro bambino è appurato, ma l’effetto potenziale sullo sviluppo fetale a piccole dosi non è ancora chiaro.
Il metabolismo dell’alcool
Il nome chimico dell’alcool è etanolo (CH3CH2OH). Nel nostro corpo l’alcool può essere metabolizzato in differenti modi e il processo di smaltimento è suddiviso in più step. La via metabolica più comune ha come protagonisti due enzimi: l’alcool deidrogenasi (ADH) e l’aldeide deidrogenasi (ALDH). Il primo enzima agisce nel fegato, trasformando l’etanolo in un composto tossico chiamato acetaldeide (CH3CHO). L’acetaldeide, per fortuna, ha vita breve e viene scisso in una molecola meno tossica, l’acetato (CH3COO–). L’acetato, infine, è degradato diossido di carbonio (CO2) ed acqua (H2O).
L’alcool in gravidanza
L’etanolo è una molecola che può attraversare la placenta e raggiungere il feto, che però non possiede ancora gli enzimi necessari per metabolizzarlo. Non è facile comprendere l’impatto degli alcolici sulle donne in dolce attesa: nonostante il metabolismo dell’alcool sia noto, questo può avere effetti diversi in relazione alla quantità o alla funzionalità degli enzimi che lo trasformano. Se a bere è una donna con bassi livelli di enzimi citati nel paragrafo precedente, l’alcool potrebbe circolare nel suo corpo per più tempo ed esporre il feto a rischi maggiori.
Ad oggi, non ci sono nozioni sul dosaggio minimo sicuro, quindi molti medici consigliano di eliminare gli alcolici durante la gravidanza. Ad alti dosaggi può causare aborto spontaneo, aborto poco prima o durante la nascita (aborto pre o perinatale), sindrome fetale da alcool (FAS) o effetti fetali da alcool (FAE). La FAE può manifestarsi in seguito all’uso di etanolo a piccole dosi ma ripetute nel tempo; non porta a difetti morfologici ma a ridotto quoziente intellettivo ed alterazioni comportamentali. La FAS, di solito si manifesta quando si arriva a consumare 4-5 dosi di alcool al giorno, oppure, quando si consuma poco etanolo ma in un momento particolare della gravidanza, di solito molto precocemente, quando potrei non sapere di esserlo. Una dose di alcool al giorno è inteso come un bicchiere di vino, un bicchierino di grappa o una boccale di birra.
Studi su donne bevitrici abituali o occasionali ma a dosaggi elevati hanno evidenziato come i figli presentavano un rischio nello ritardo dello sviluppo e mentale e alcune malformazioni facciali come il labbro sottile e appiattito, naso, fronte e mento piccoli, con una frequenza di circa 5 su 1000 nati. Con i dati che abbiamo oggi, non si può dire che esista una dose sicura minima di etanolo.
Esposizione a etanolo paterna
Studi recenti mettono in luce come anche il consumo di alcolici nel periodo pre-concezionale da parte del padre (anche a basse dosi) possa creare a malformazioni nel feto. Ma cosa si intende per periodo pre-concezionale? Il ministero della salute lo definisce come il tempo che intercorre tra il momento in cui la coppia è aperta alla procreazione, perché desidera una gravidanza nell’immediato futuro o perché l’accetta a medio lungo termine, e il momento del concepimento. Quindi, il periodo pre-concezionale è un tempo indefinito prima del concepimento vero e proprio, in cui anche il futuro padre del bambino deve prestare attenzione.
Bibliografia
- Drinking alcool during pregnancy – webmd.com
- Edenberg, H.J. The genetics of alcohol metabolism: Role of alcohol dehydrogenase and aldehyde dehydrogenase variants. Alcohol Research & Health 30(1):5–13, 2007.
- National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism. Alcohol Alert: Alcohol Metabolism. No. 35, PH 371. Bethesda, MD: the Institute, 1997.